MILANO – Trimestrale agrodolce per Starbucks: nel terzo trimestre di esercizio, il colosso americano delle caffetterie consegue utili superiori alle attese, ma ottiene risultati inferiori alle previsioni per quanto riguarda le vendite, nonostante la poderosa ripresa registrata in Cina. La società conferma comunque l’outlook di fine anno per quanto riguarda il fatturato ed eleva quello relativo all’eps.
L’utile netto attribuibile agli azionisti è pari a 1,14 miliardi di dollari nei tre mesi conclusi a giugno: un incremento del 25% rispetto ai 913,7 milioni dell’analogo periodo dell’esercizio precedente.
Gli eps adjusted (utili per azione, non Gaap, escluse dunque voci non ricorrenti, quali oneri una tantum, guadagni e perdite e spese non monetarie) si attestano a 1 dollaro per azione, battendo il consensus degli analisti di 95 centesimi.
Il fatturato vola a 9,17 miliardi, contro gli 8,15 di un anno fa, risultando però inferiore al consensus di 9,29 miliardi.
A parità di perimetro, le vendite sono cresciute del 10%: sotto le previsioni di StreetAccount del +11%.
Un dato che riflette innanzitutto la performance più debole del previsto in Nord America, dove le vendite a parità di perimetro hanno registrato un incremento del 7%, contro l’8,4% atteso dagli analisti.
A livello internazionale, le vendite di Starbucks crescono del 24%, con un significativo +51% (+46% a parità di perimetro) in Cina
“La performance in Cina è incoraggiante” ha dichiarato il ceo Laxman Narasimhan durante la call con gli analisti aggiungendo che nel paese del dragone Starbucks conta già 6.500 locali, ma “c’è ancora spazio per crescere”.
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