MILANO – Starbucks paga un pesante tributo al coronavirus già nei risultati della seconda trimestrale, resi noti martedì: come previsto, anzi più del previsto, perché l’impatto sugli utili è stato in parte maggiore rispetto alle previsioni degli analisti. E la situazione si aggraverà ulteriormente nel trimestre in corso, per risollevarsi appena nel quarto. Sospeso anche l’outlook, vista la “natura dinamica” della crisi da Covid-19. A incidere negativamente è stato in primo luogo l’andamento nei due principali mercati della catena americana: Usa e Cina.
Nei tre mesi da gennaio a marzo, le vendite nette sono in calo del 5%, a 6 miliardi di dollari (5,54 miliardi di euro).
La società calcola di avere perso 915 milioni dollari nel corso del trimestre causa chiusure, orari di lavoro ridotti e minor traffico riconducibili alla pandemia.
Le vendite a parità di perimetro segnano un -10%, con un -3% negli Usa e addirittura un -50% in Cina.
Più che dimezzato il reddito netto, che scende a 328,4 milioni, pari a un eps di 28 cents, dai 663,2 milioni (53 cents) dello stesso trimestre del precedente esercizio.
L’utile non-Gaap è di 32 cents per azione, quasi dimezzato rispetto al pari periodo dell’anno scorso. Il consenso di Wall Street era di 34 cents per azione.
A incidere negativamente, le indennità di rischio per il personale e i costi dei dispositivi di protezione.
Il 98% dei locali cinesi ha riaperto a partire da fine febbraio, anche se con orari ridotti e protocolli rigidissimi. Nonostante la ripresa attesa per il secondo semestre, Starbucks si aspetta, per l’esercizio 2020, un calo delle vendite in Cina compreso tra il 15% e il 25%.
Metà dei locali statunitensi sono attualmente chiusi. Starbucks punta a raggiungere l’operatività nel 90% dei punti vendita entro inizio di giugno.
Ciononostante, il colosso americano prevede dati ancora più negativi nel trimestre in corso. L’impatto dovrebbe cominciare a ridursi nel quarto trimestre di esercizio (luglio-settembre).
Dai vertici di Starbucks, una nota di speranza nel commentare la trimestrale: “Stiamo facendo tesoro dell’esperienza sin qui maturata in Cina, che ora applichiamo anche agli altri paesi, a cominciare dagli Usa, nel dare inizio alla fase di monitoraggio e adattamento” ha dichiarato Kevin Johnson, presidente e ceo di Starbucks. “Siamo convinti che questa situazione sia temporanea e che riemergeremo dalla crisi globale più forti di prima”.