MILANO – Starbucks taglia bevande e dipendenti, nell’intento di snellire e semplificare il funzionamento della sua macchina organizzativa, migliorare l’operatività dei locali e tornare a crescere. La massima catena di caffetterie al mondo apre la settimana depennando – come annunciato – il 30% delle voci dei suoi menu, con l’eliminazione dei doppioni e delle bevande poco popolari o troppo complesse da preparare.
Ma soprattutto, il colosso statunitense ha annunciato 1.100 esuberi a livello globale, cui si aggiungono inoltre diverse centinaia di posizioni aperte e non soddisfatte.
È la nuova mossa posta in atto dal neo ceo Brian Niccol, chiamato lo scorso settembre a risollevare le sorti della catena della sirenetta, dopo numerose trimestrali insoddisfacenti, che hanno portato alla defenestrazione del suo predecessore Laxman Narasimhan.
L’annuncio è stato dato dallo stesso Niccol, in una mail. Gli interessati hanno ricevuto la comunicazione del loro licenziamento ieri a mezzogiorno. I tagli riguardano i circa 16.000 dipendenti di supporto aziendale in tutto il mondo, non il personale impiegato nelle caffetterie.
Non è interessato nemmeno il personale delle torrefazioni, dei magazzini e della distribuzione. Starbucks ha circa 360.000 dipendenti in tutto il mondo, in massima parte baristi e altri addetti nei locali.
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