MILANO – Siamo circa a una settimana dalla notizia del fugace boom di “Dumb Starbucks” a Los Angeles, primo esempio di caffetteria-parodia della storia. (chiusa, dopo soli quattro giorni, dal Dipartimento della Salute) a cura di Nathan Fielder, comico televisivo del canale Comedy Central, Starbucks torna a fare parlare di sé. Ma, questa volta, si tratta di quello vero. Si dà infatti il caso che la più grande catena di caffetterie al mondo, presente in pressoché ogni parte del globo – con l’imperdonabile eccezione del suolo italico, ovviamente – sia sbarcata anche a Sochi, Russia.
Sochi: la sede dei giochi olimpici invernali attualmente in corso
La notizia, in sé, non avrebbe alcunché di strano. Se non si trattasse, come in questo caso, di uno store “segreto”. E neppure aperto al pubblico.
Come riporta Mashable, il regolamento dell’evento prevede che solo gli sponsor ufficiali dei giochi godano del diritto di stare sul suolo del villaggio olimpico e dintorni.
E Starbucks non figura nell’elenco dei partner
Quali saranno i motivi di tutta questa segretezza? Pare ci sia un problema tra competitor intorno all’evento olimpionico.
L’operazione misteriosa porta il nome di un altro noto marchio americano.
In quanto il fornitore ufficiale di caffè lungo americano è un altro gigante, che risponde al nome di McDonald’s. Ergo, se qualche frequentatore di Sochi avesse voglia di un Vanilla Latte o di un qualsiasi caffè marchiato Starbucks, dovrebbe recarsi nel primo rivenditore ufficiale; a oltre 500 km di distanza dalla sede delle Olimpiadi, nella città di Rostov sul Don nella Russia meridionale.
Fonte: l’inchiesta