MILANO – Mentre il nuovo ceo di Starbucks Laxman Narasimhan si accinge a iniziare il suo lungo “apprendistato”, propedeutico dell’assunzione della carica, che avverrà il prossimo aprile, il ceo ad interim Howard Schultz presenta le linee guida del grande piano di “reinvenzione”. L’occasione è stata l’Investor Day biennale, che è andato in scena martedì a Seattle. Scopo del piano: invertire l’inerzia negativa, che ha fatto perdere al titolo azionario il 25% del proprio valore dall’inizio dell’anno.
Starbucks è uscita vincitrice dalla pandemia – sostengono gli analisti – dimostrando grande resilienza nell’indirizzare i consumatori verso nuove modalità di fruizione dei propri prodotti, in particolare attraverso i drive-through e le ordinazioni da app.
L’anno scorso, gli ordini da asporto avevano aiutato le vendite a risalire ai livelli pre-pandemia. Ma quest’anno l’aumento dei costi ha iniziato a intaccare i margini di profitto, tanto da costringere l’azienda a ritoccare i listini.
Risultato: nel trimestre conclusosi il 3 luglio, Starbucks ha dichiarato che le vendite sono aumentate del 9% rispetto al periodo precedente. Ma l’utile netto è sceso del 21%.
Al di là delle difficoltà congiunturali, l’azienda ha commesso degli “errori autoindotti” – ammette Schultz – che le hanno fatto “smarrire la via”.
Necessaria dunque una correzione di rotta. A cominciare dagli ingenti investimenti annunciati: circa 3 miliardi di dollari in innovazione tecnologica e ristrutturazione dei locali.
Già lo scorso maggio, la società ha deciso di mettere sul piatto un miliardo di dollari a beneficio e sostegno dei suoi dipendenti negli States.
Starbucks alza l’asticella delle sue ambizioni. Punta ad aprire 2 mila locali negli Usa tra il 2023 e il 2025.
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