MILANO – Riciclare i fondi di caffè e i prodotti da forni scaduti (a cominciare dai celebri muffins) in una materia prima rinnovabile da utilizzare nella produzione di materie plastiche e prodotti detergenti. È il progetto al quale sta lavorando un team di ricercatori della City University di Hong Kong guidati da Carol SK Lin in collaborazione con Starbucks.
L’idea ha preso forma la scorsa estate durante un meeting delle Ong coalizzate nel Climate Group, che ha chiesto alla Lin di applicare il processo di bioraffineria (utilizzo di una fonte organica per la produzione di biomolecole, composti chimici, o biocarburanti) messo a punto dal suo laboratorio al riciclo dei rifiuti delle caffetterie Starbucks di Hong Kong.
Starbucks sulla via della sostenibilità
Il progetto è stato presentato al recente meeting dell’American Chemical Society a Filadelfia. Il processo di bioraffineria alimentare si basa sulla miscelazione dei prodotti da forno con una miscela di funghi che secernono enzimi per trasformare i carboidrati del cibo in zuccheri semplici.
La miscela viene poi avviata ad un fermentatore, una vasca dove i batteri convertono gli zuccheri in acido succinico. “Stiamo sviluppando un nuovo tipo di bioraffineria: una bioraffineria del cibo, e questo concetto potrebbe diventare molto importante in futuro, mentre il mondo si sforza di migliorare la sostenibilità – sottolinea Lin – L’utilizzo di mais e di colture alimentari come base per i biocombustibili ed altri prodotti potrebbe non essere sostenibile nel lungo periodo.
Esistono preoccupazioni che questo approccio possa far aumentare prezzi dei prodotti alimentari e contribuire alla carenza di cibo in alcune zone del mondo. Utilizzare i rifiuti alimentari come materia prima in una bioraffineria certamente sarebbe una valida alternativa”.
“Oltre a fornire una fonte sostenibile di acido succinico, la nuova tecnologia può avere numerosi benefici ambientali – continua Lin – Ad esempio, ogni anno Starbucks Hong Kong da solo produce circa 5.000 tonnellate di rifiuti da prodotti da forno utilizzati e non utilizzati. Attualmente, questi rifiuti vengono inceneriti, compostati o smaltiti in discarica”.
La bioraffineria potrebbe convertire queste montagne di rifiuti in prodotti utili evitando lo stoccaggio in discarica e l’incenerimento
Inoltre, l’anidride carbonica prodotta viene riutilizzata durante il processo di bioraffinazione. Poiché l’acido succinico e dei suoi prodotti (come la bio-plastica) sono realizzati con i rifiuti come materia prima rinnovabile, sono alternative sostenibili a prodotti come le materie plastiche tradizionali, che ora sono fatte con il petrolio.
Il metodo non è applicabile solo ai rifiuti dei prodotti da forno, Lin ha anche trasformato con successo in sostanze utili i rifiuti alimentari di una mensa universitaria e altri rifiuti alimentari misti. La quota di alimenti che finiscono tra i rifiuti su scala mondiale, tra scarti di filiera e residui domestici, è di circa 1,3 miliardi di tonnellate. Lo smaltimento dei rifiuti alimentari è un problema preso sempre più sul serio in molti paesi avanzati, con il moltiplicarsi delle iniziative di riciclo. Nel Regno Unito, ad esempio, la catena di supermercati Sainsbury’s utilizza la tecnologia di digestione anaerobica per trasformare i rifiuti alimentari in energia.