MILANO – Alzi la mano chi non è mai andato da Starbucks, uscendo con una tazza con il proprio nome scritto male. Oppure chi non ha mai sentito questa storia raccontata da amici, parenti, semplici conoscenti. Centinaia di immagini con nomi errati su tazze si possono trovare su Twitter e Instagram cercando con l’hashtag #Starbucksfail. Sembra una maledizione. Alcuni attribuiscono questa “svista” alla negligenza o alla scarsa attenzione dei dipendenti della celeberrima catena americana.
Fatto sta che se alcuni ridono nel leggere il proprio nome storpiato sui bicchiere di carta, altri si indignano, arrivando a chiedersi: “Ma come è possibile che non riescano ad azzeccarne uno? Neanche lo spelling di un nome semplice come può essere Bob”. In soccorso dei tanti clienti è arrivato Paul Gale, un comico che in un video parodia spiega che l’errore è “intenzionale”.
Ma per il comico Gale l’errore è intenzionale
Paul si fa barista e immagina che i dipendenti di Starbucks così rispondano al dubbio dei clienti: “Non ho sbagliato il tuo nome. Sto deliberatamente commettendo un errore ortografico per confonderti e infastidirti. E’ la parte migliore del mio lavoro e non potrò mai smettere ” dice.
Il comico continua dicendo che ama “scherzare con le emozioni dei clienti”, quasi traendo piacere dalla loro insoddisfazione nel vedere il loro nome storpiato sui bicchieri. Un gioco, forse. Che però ha più volte inguaiato l’azienda. Nel mese di agosto del 2013, un uomo del Connecticut di origine cinese ha trovato la scritta “Cina” sulla sua tazza, invece di “David”, secondo FOXCT. Una trovata che non è piaciuta affatto al malcapitato e che ha costretto alle scuse i dirigenti di Starbucks.