MILANO – Era il 2018 quando ha aperto la prima Starbucks Reserve Roastery in Italia, chiudendo un cerchio che era stato tracciato da Howard Schultz quarant’anni fa, quando il primo punto della catena ha aperto a Seattle dall’ispirazione nata proprio dai bar milanesi.
Ora, dopo 5 anni dall’inaugurazione, due dei quali segnati dal Covid, si torna a festeggiare dentro la suggestiva location da 2300 mq, dove il caffè si respira, si gusta, si osserva.
Tutto si muove all’interno di un ecosistema lavorativo che funziona, perché attorno al 70% degli assunti in Roastery (circa 1200 in totale dall’approdo a Milano) è ancora lo stesso da 5 anni – così racconta Louise Mills, Director & General Manager Starbucks Roastery Milano -.
Un successo quindi, del modello Starbucks. Che ora sta guardando alla prossima apertura di Napoli.
Starbucks Reserve Roastery, l’omaggio all’espresso italiano continua
Ed è evidente entrando nello ex palazzo delle Poste di Piazza Cordusio che la visione di Howard Schultz ha retto alla prova di questi anni, tra pandemia, guerra ucraino-russa, rincari, inflazione – qualche effetto c’è stato, per esempio sul prezzo dell’espresso negli store, ha svelato Vincenzo Catrambone, General Manager di Starbucks Italia, che è passato da 1 e 40 a 1 euro e 50 – ma la Starbucks Reserve Roastery è ancora qui, con il rito del caffè che tiene tutti uniti. Dal verde alla tazza finale.
L’ispirazione ai prodotti made in Italy è una tradizione che viene confermata dalla presenza di Oleato, l’ultima ricetta innovativa che appunto nasce da un’altra intuizione di Howard Schultz, stavolta fulminato sulla via di Sicilia – isola nel mirino della catena per una prossima apertura -.
Presentissimo nei menù della Roastery a partecipare ai 5 anni a servizio di una clientela internazionale e sì, anche di una buona percentuale di italiani, milanesi e non.
Naturalmente l’esperienza si gioca su di un altro livello rispetto agli altri format Starbucks sparsi per la stessa Milano e nel resto d’Italia: ancora i chicchi viaggiano all’interno di tubi sospesi in aria, la tostatrice gigantesca piazzata nella sala che rapisce tutti i sensi, i sacchi di juta per terra, il tutto immersi in un design che fa pensare alla modernità.
I due partner del made in Italy: Victoria Arduino e Princi
La panetteria Princi accoglie il pubblico anche in una giornata di festa come questo, con i suoi prodotti appena sfornati e profumati, e al piano di sopra domina il bar Arriviamo, con la Maverick Victoria Arduino che un partner dietro al bancone si lascia sfuggire, essere fenomenale.
Questa è la prima pietra posta in Italia, 5 anni fa, per arrivare in 9 regioni lungo lo Stivale per un totale di 31 store.
E, anticipa ancora Vincenzo Catrambone, il piano per questo 2023 è di aggiungere altri 7 punti, per un totale di 38
L’esperimento dell’unica Reserve Roastery ad essere presente in Europa, Medio Oriente e Africa è ben riuscito.
E il suo inserimento nel tessuto sociale di una città come Milano, dinamica quanto legata al bar tradizionale dell’espresso, è provato dall’appuntamento con la Milano Fashion Week, di cui farà parte la Reserve Roastery di Starbucks.
Un compleanno che durerà tutto il mese di settembre sino al primo ottobre
Con la partecipazione di personaggi che su queste pagine sono ben noti: dal vice campione mondiale barista Daniele Ricci, all’esperto di coffee in good spirits Andrea Villa e la presentazione del manuale Barista Sapiens con Dario Ciarlantini. (Per i dettagli del calendario, è possibile consultarli qui).
Le candeline si sono spente di fronte a delle tazze di caffè estratte in French Press per il workshop tenuto dal campione mondiale barista 2017 Dale Harris. La cultura di questa bevanda continua ad essere il cavallo di battaglia della Roastery.
Ed è vero che la lingua resta l’inglese, ma la passione, lo spirito, è tutto italiano in questa location “Sui generis, uno spazio esperienziale attorno al caffè” l’ha descritta così Valentina Pagano, responsabile event manager Starbucks Reserve Roastery Milano.
di Federico Adacher