SEATTLE (Usa) – La notizia era nell’aria da tempo ma soltanto ieri si è avita la conferma. Si perché dopo 15 anni Starbucks lascia il mercato russo andando a fare compagnia ad altri big della ristorazione e di svariati settori commerciali. In questo modo il celebre marchio non sarà più presente nel Paese, dove al momento è presente con 130 locali, tutti però con la formula del franchise. Quindi non di proprietà di Starbucks ma dei rispettivi gestori locali.
Starbucks ha ha reso noto che pagherà tutti i duemila lavoratori russi per sei mesi e che li aiuterà nella transizione verso nuovi posti di lavoro.
L’uscita della catena di caffetterie dal mercato russo segue quella di altre società come McDonald’s, Exxon Mobil e British American Tobacco, che si sono già ritirate dal Paese che è in guerra con l’Ucraina.
Il gigante del caffè ha annunciato che non avrà più una presenza del marchio in Russia e che le 130 sedi autorizzate chiuderanno. Negli Stati Uniti, sia i consumatori che gli investitori hanno fatto pressioni sulla società affinché tagliasse i suoi legami con la Russia dopo che ha invaso l’Ucraina.
Lo scioglimento degli accordi di licenza ha richiesto più tempo. Starbucks comunque aveva sospeso tutte le attività commerciali già dall’8 marzo, compresa la spedizione di prodotti verso la Russia.
Il debutto di McDonald’s avvenne in Russia il 31 gennaio del 1990, quando aprì il primo negozio in piazza Pushkin a Mosca.
Il locale il primo giorno registrò 31.000 clienti che attesero in fila per ore di pagare un hamburger 3,75 rubli (lo stipendio medio era allora di 150 rubli mensili).