MILANO – Come abbiamo già riferito Starbucks, la catena americana di caffè che ha locali in tutto il mondo ma stenta ad arrivare nella Penisola perché “gli italiani hanno già i bar e un rapporto speciale con i baristi”, sta cominciando a concepire da sé i locali all’italiana, servendo panini, brioche e succhi di frutta oltre i beveroni di caffè americano.
Ma, soprattutto, ha mandato a scuola legioni di baristi per insegnare loro come si vendono cappuccino e croissant al di qua dell’Atlantico.
Per portare a casa dei brand che diversificassero l’offerta, il gruppo ha speso in due anni 750 milioni di dollari (circa 554 mln di euro): si tratta di Evolution Fresh per i succhi di frutta, La Boulange (deal da per brioche e panini, Teavana per gli infusi.
E la scorsa estate ha stipulato un mega contratto con Danone per diffondere gli Evolution in Europa e assicurare alle proprie insegne lo yogurt «alla greca” che piace agli americani.
L’obiettivo è diventare un gigante del food and beverage con le nuove insegne e con la diversificazione dell’offerta le vendite nell’anno fiscale sono salite dell’11,7% a 9,9 miliardi di dollari (7,3 mld di euro).