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mercoledì 11 Settembre 2024
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Starbucks: il nuovo ceo Brian Niccol illustra in una lettera aperta il suo piano per i primi 100 giorni

“Oggi – sostiene Niccol nella lettera – voglio assumermi un impegno: Starbucks tornerà a essere Starbucks. Torneremo a concentrarci su ciò che ha sempre contraddistinto Starbucks: essere una caffetteria accogliente, un luogo d’incontro dove vengono serviti i migliori caffè, preparati da abili baristi. Questa è la nostra identità da sempre. E da questo vogliamo ripartire”

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MILANO – Starbucks cambia la guida e il nuovo timoniere, chiamato a disincagliare la barca dalle secche della crisi, delinea la sua rescue strategy in una lettera aperta rivolta a dipendenti (o partner come li chiama Starbucks), clienti e azionisti. Brian Niccol ha preso le redini della più grande catena di caffetterie del mondo questo lunedì e, già al secondo giorno, ha deciso di prendere carta e penna (si fa per dire) per scrivere un messaggio, nel quale si presenta non solo come il nuovo ceo della società, ma anche come un cliente di lunga data di Starbucks.

Lo scopo? Illustrare la sua strategia per i primi 100 giorni: un momento essenziale per chi assume un ruolo di leadership, in cui si gettano le basi per i mesi e gli anni a venire.

Niccol assume la carica di ceo al posto del dimissionario Laxman Narasimhan, uscito di scena il mese scorso, in una congiuntura non propriamente semplice e in un contesto complesso.

Le vendite di Starbucks sono in calo da due trimestri. Molti clienti lamentano i prezzi troppo alti, il servizio lento e un’offerta food non entusiasmante

L’azienda – tradizionalmente considerata come progressista – ha dovuto fare i conti con numerose vertenze e controversie sindacali, dalle quali è uscita più volte sconfitta e in perdita di immagine.

Il tutto mentre è in corso una transizione tecnologica, che sta cambiando il modello stesso di business di Starbucks: negli Usa, il 70% degli ordini – nei circa 9.500 locali della catena -sono fatti ormai via app o in un drive-thru.

Che ne è dunque del concetto di terzo luogo, che caratterizza tradizionalmente l’esperienza Starbucks?

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