mercoledì 22 Gennaio 2025

Brexit frena Starbucks. Utili volano, ricavi deludono

Il trimestre delle caffetterie mette in evidenza una diversa dinamica tra il giro d'affari e l'ultima riga del conto economico. Il direttore operativo riconosce il peso dell'insicurezza "legata a situazioni macroeconomiche e geopolitiche"

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MILANO – Utili per 754 milioni di dollari nel giro di tre mesi, a forza di far caffè. Ma con giro d’affari in contrazione anche per colpa delle tensioni geopolitiche e della paura della popolazione scossa dagli atti terroristici. Si parla di Brexit e di clima del terrore.

Brexit e bombe rendono il caffè un po’ troppo amaro

Brexit ha già delle ripercussioni in termini di movimenti del mercato. Così come lo scoppio delle bombe.

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Nei tre mesi chiusi il 26 giugno scorso, la catena di Starbucks ha registrato utili per 754 milioni di dollari. 51 centesimi per azione, in rialzo del 20% dai 626,7 milioni. O 41 centesimi per azione, dello stesso periodo dello scorso anno. Al netto di voci straordinarie, i profitti per azione sono passati a 49 da 42 centesimi per azione, nella parte alta delle stime dell’azienda.

In quello che per il gruppo equivale al terzo trimestre fiscale, i ricavi sono saliti del 7% a 5,24 miliardi di dollari. Sotto le attese degli analisti per 5,33 miliardi.

Brexit: lo specchio dell’incertezza dei consumatori

In un’intervista al Wsj, il direttore operativo Kevin Johnson “riconosce che c’è tra i consumatori un’incertezza. Creata da situazioni macroeconomiche e geopolitiche”. Secondo lui, “in Europa la lenta crescita dell’economia combinata con la Brexit e le preoccupazioni sulla sicurezza (sono fattori che, ndr) stanno creando incertezza”. La catena ha da poco annunciato il suo sbarco in Italia, a Milano, con un punto vendita di “lusso” insieme alla storica panetteria milanese Princi.

Italia unico punto di approdo Starbucks

A livello geografico, infatti, il segno meno caratterizza il Vecchio continente: nelle Americhe il fatturato è stato di 3,645 miliardi (+7%). Gli utili operativi di 898,5 milioni (+5%); in Cina/Asia Pacifico le vendite sono arrivate a 768,2 milioni di dollari (+18%). I profitti operativi di 182,8 milioni (+22%); in Europa, Medio Oriente e Africa i ricavi sono stati pari a 273,4 milioni (-7%) e gli utili operativi sono stati di 29,9 milioni (-17%).

Starbucks spiega quest’ultima performance con la conversione negli ultimi 12 mesi di 226 negozi che prima erano gestiti dall’azienda e che ora sono in licenza .Ciò ha incluso la vendita delle attività retail in Germania, e cambi valutari sfavorevoli. A lasciare insoddisfatti gli analisti sono state soprattutto le vendite nei negozi aperti da almeno un anno. Sia a livello globale che nelle Americhe, il dato è salito soltanto del 4%. Nella regione Emea c’è stato un calo dell’1% contro stime per il +2,8%; in Cina/Asia Pacifico il +3% registrato ha deluso.

Ricavi deludenti causa Brexit

E’ da tre trimestri di fila che i ricavi complessivi deludono; forse per evitare che sia così anche la volta prossima, Starbucks ha tagliato le stime di crescita dei ricavi annuali intorno al 10%. Non più ad almeno il 10%. Il gruppo di Seattle ha però alzato le previsioni sugli utili per l’intero anno fiscale 2016. Ora visti a 1,88-1,89 dollari per azione da 1,85-1,86 dollari per azione.

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