MILANO – Utili per 754 milioni di dollari nel giro di tre mesi, a forza di far caffè. Ma con giro d’affari in contrazione anche per colpa delle tensioni geopolitiche e della paura della popolazione scossa dagli atti terroristici. Si parla di Brexit e di clima del terrore.
Brexit e bombe rendono il caffè un po’ troppo amaro
Brexit ha già delle ripercussioni in termini di movimenti del mercato. Così come lo scoppio delle bombe.
Nei tre mesi chiusi il 26 giugno scorso, la catena di Starbucks ha registrato utili per 754 milioni di dollari. 51 centesimi per azione, in rialzo del 20% dai 626,7 milioni. O 41 centesimi per azione, dello stesso periodo dello scorso anno. Al netto di voci straordinarie, i profitti per azione sono passati a 49 da 42 centesimi per azione, nella parte alta delle stime dell’azienda.
In quello che per il gruppo equivale al terzo trimestre fiscale, i ricavi sono saliti del 7% a 5,24 miliardi di dollari. Sotto le attese degli analisti per 5,33 miliardi.
Brexit: lo specchio dell’incertezza dei consumatori
In un’intervista al Wsj, il direttore operativo Kevin Johnson “riconosce che c’è tra i consumatori un’incertezza. Creata da situazioni macroeconomiche e geopolitiche”. Secondo lui, “in Europa la lenta crescita dell’economia combinata con la Brexit e le preoccupazioni sulla sicurezza (sono fattori che, ndr) stanno creando incertezza”. La catena ha da poco annunciato il suo sbarco in Italia, a Milano, con un punto vendita di “lusso” insieme alla storica panetteria milanese Princi.
Italia unico punto di approdo Starbucks
A livello geografico, infatti, il segno meno caratterizza il Vecchio continente: nelle Americhe il fatturato è stato di 3,645 miliardi (+7%). Gli utili operativi di 898,5 milioni (+5%); in Cina/Asia Pacifico le vendite sono arrivate a 768,2 milioni di dollari (+18%). I profitti operativi di 182,8 milioni (+22%); in Europa, Medio Oriente e Africa i ricavi sono stati pari a 273,4 milioni (-7%) e gli utili operativi sono stati di 29,9 milioni (-17%).
Starbucks spiega quest’ultima performance con la conversione negli ultimi 12 mesi di 226 negozi che prima erano gestiti dall’azienda e che ora sono in licenza .Ciò ha incluso la vendita delle attività retail in Germania, e cambi valutari sfavorevoli. A lasciare insoddisfatti gli analisti sono state soprattutto le vendite nei negozi aperti da almeno un anno. Sia a livello globale che nelle Americhe, il dato è salito soltanto del 4%. Nella regione Emea c’è stato un calo dell’1% contro stime per il +2,8%; in Cina/Asia Pacifico il +3% registrato ha deluso.
Ricavi deludenti causa Brexit
E’ da tre trimestri di fila che i ricavi complessivi deludono; forse per evitare che sia così anche la volta prossima, Starbucks ha tagliato le stime di crescita dei ricavi annuali intorno al 10%. Non più ad almeno il 10%. Il gruppo di Seattle ha però alzato le previsioni sugli utili per l’intero anno fiscale 2016. Ora visti a 1,88-1,89 dollari per azione da 1,85-1,86 dollari per azione.