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venerdì 22 Novembre 2024
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Starbucks e McDonald’s-McCafé: partito negli Usa il progetto tazze riutilizzabili

I test sono in corso in alcuni locali indipendenti di San Francisco e di Palo Alto, in California. Per valutare la fattibilità di una transizione verso soluzioni più resistenti e che possano essere utilizzate più volte. Ciò significa raccogliere i contenitori dopo il loro utilizzo, ripulirli, ridistribuirli e tracciarli digitalmente. Un lavoro non certo semplice.

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MILANO – Starbucks e McDonald’s per McCafé fanno fronte comune per diffondere nuove abitudini di consumo a partire dall’uso di contenitori alternativi a quelli monouso. L’obiettivo resta quello di ridurre la produzione di rifiuti difficili da smaltire e che quindi vanno a impattare negativamente sull’ambiente. Se sono proprio le grandi catene a unirsi per promuovere un approccio più consapevole, allora la via sembra meno in salita. L’esperimento che riguarda gli imballaggi alimentari più green è in partenza negli Usa, ma travalicherà poi i confini statunitensi, magari coinvolgendo anche l’Italia. Leggiamo la notizia completa da italiaoggi.it.

Starbucks e McDonald’s insieme per l’ambiente

L’alleanza della tazza da caffè riutilizzabile sta per dare i suoi frutti. Sono iniziati questa settimana negli Stati Uniti i test per valutare le alternative ai contenitori monouso e offrire ai big del settore, come Starbucks e McDonald’s, sostenitori del progetto e grandi consumatori di questi imballaggi alimentari, parliamo di un miliardo di pezzi all’anno, un’alternativa più sostenibile.

Le tazze di carta, come ricorda l’agenzia Bloomberg, presentano un rivestimento di plastica che le rende difficilmente riciclabili.

Il consorzio NextGen, di cui Starbucks e McDonald’s sono fondatrici, ha annunciato di aver avviato una fase di analisi su due soluzioni, quelle di CupClub e Muuse

Le quali sfruttano sistemi intelligenti per il recupero e il riutilizzo delle tazze per il consumo on the go: non è stata cercata un’alternativa alla plastica, ma più che al materiale si è guardato alla gestione dell’imballaggio. I test sono in corso in alcuni locali indipendenti di San Francisco e di Palo Alto, in California. Per valutare la fattibilità di una transizione verso soluzioni più resistenti e che possano essere utilizzate più volte. Ciò significa raccogliere i contenitori dopo il loro utilizzo, ripulirli, ridistribuirli e tracciarli digitalmente. Un lavoro non certo semplice.

Il sistema individuato prevede un forte coinvolgimento del cliente

Nei pressi dei locali sono posizionati centri di ritiro degli imballaggi e ogni tazza è contraddistinta da un Qr Code o da un dispositivo Rfid per tenere traccia della sua «vita». Ai clienti che scelgono la tazza riutilizzabile Muuse, per esempio, è richiesto di scaricare l’app aziendale e di scansionare il Qr Code sulla tazza; così riceveranno uno sconto di 20 centesimi sul prezzo del caffè se restituiranno l’imballaggio entro cinque giorni dell’acquisto, mentre se la tazza andrà persa scatterà un addebito da 15 dollari.

CupClub propone tazze che possono essere impilate facilmente in punti di carico sparsi in città

Da cui si possono caricare facilmente nei furgoni e portare al centro di lavaggio. Secondo la startup il riutilizzo può ridurre il conferimento in discarica fino al 40%.

La sfida non è da poco e il suo successo si baserà sulla capacità di baristi e clienti di gestire facilmente queste tazze, sulla possibilità di avere un sistema fluido di recupero dopo l’utilizzo e una competitività a livello economico. Le nuove tazze riutilizzabili dovranno poi avere un impatto positivo sull’ambiente e riscuotere la fiducia dei consumatori.

«Sappiamo che trovare una tazza più sostenibile continuerà a richiedere tempo, partnership e idee innovative», ha spiegato Michael Kobori, chief sustainability officer di Starbucks. «il lavoro in corso con NextGen fornisce preziose informazioni. Intanto, continuiamo ad esplorare varie possibilità e cerchiamo di capire come gestire al meglio i nostri rifiuti per ridurre il nostro impatto ambientale».

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