MILANO – Recentemente si è parlato del problema che la catena di caffè americano Starbucks avrebbe rispetto alla scarsa disposizione di tazze e di caffè: un fatto che però è stato smentito dallo stesso amministratore delegato Kevin Johnson di frone alle telecamere della Cnbc. Leggiamo i dettagli della dichiarazione dall’articolo di Rachit Vats su it.benzinga.com.
Starbucks: cosa è successo
Johnson ha rivelato alla Cnbc che la catena di caffè sta affrontando sfide operative in altri settori, come nel caso dei prodotti da forno, ma ha respinto un report del Wall Street Journal secondo cui la società con sede a Seattle (Washington) starebbe affrontando una carenza di tazze e sciroppi di caffè.
“Non c’è mancanza di tazze, non c’è carenza di caffè”, ha detto Johnson a Jim Cramer, presentatore del programma ‘Mad Money’ in onda alla Cnbc.
Il report del Wsj affermava che la catena di caffè stava faticando a tornare alla piena operatività a causa della pandemia di Covid-19.
Perché è importante
Starbucks ha temporaneamente rimosso le bevande a base di latte d’avena di Oatly Group dalla sua app fino a quando non rifornirà l’inventario, secondo il report del WSJ che citava il portavoce dell’azienda, il quale ha aggiunto che la carenza di alcuni articoli è temporanea e varia in base al negozio e al mercato.
Starbucks è tornata operativa con un numero di limitati di posti a sedere nelle sue caffetterie statunitensi con la riapertura delle attività economiche dopo la pandemia; secondo il report del WSJ, l’assunzione di un numero sufficiente di lavoratori nelle caffetterie ha rappresentato un problema per Starbucks in alcune parti del Paese.