MILANO – La cultura dell’espresso in Italia è stata la maggiore fonte di ispirazione che ha portato l’imprenditore Howard Schultz a creare il brand Starbucks che con il tempo, è diventato sinonimo di qualità, cultura del caffè ed efficienza. Nonostante il creatore del colosso americano abbia visitato l’Italia per la prima volta nel 1983, dovrà aspettare fino al 7 settembre del 2018 per aprire nella patria dell’espresso il primo store effettivo: la Starbucks Reserve Roastery Milano in Piazza Cordusio.
I cinque anni di Starbucks in Italia
Un’avventura italiana percorsa con Percassi, partner del brand in Italia, che si traduce dal 2018 nell’apertura in 9 regioni 30 store nelle città più suggestive della penisola, tra cui Roma, Firenze, Verona, Torino, Genova, Bari, Bergamo, con l’apertura di altri negozi entro la fine dell’anno.
Quale luogo migliore quindi per celebrare il 5° anniversario della venuta della sirena di Seattle in Italia se non la Reserve Roastery di Milano? Ad illustrare il programma di eventi che vedrà la Reserve come protagonista indiscussa ci sono: Vincenzo Catrambone, general manager di Starbucks Italia, Louise Mills, director & general manager Starbucks Reserve Roastery Milano e Valentina Pagano, responsabile eventi e marketing di Starbucks Reserve Roastery Milano.
Louise Mills prende la parola: “Qui alla Roastery tostiamo caffè per tutti i nostri Reserve Store in Europa, Medio Oriente e Africa. La Roastery offre chicchi di caffè Arabica che provengono da piccoli lotti da più di 30 Paesi produttori in tutto il mondo. Universalmente ci sono solo 6 Roastery e questa è l’unica in Europa, Medio Oriente e Africa. Siamo emozionati nel celebrare i primi cinque anni di Starbucks in Italia”.
I progetti del marchio
Mills aggiunge: “In questo lungo viaggio desideriamo ringraziare diversi partner che hanno contribuito all’espansione del marchio nel Bel Paese: Rocco Princi, il quale ci ha permesso di donare ai nostri clienti una food experience di primo ordine e Victoria Arduino, la nostra partner per tutto ciò che riguarda le macchine per l’espresso e l’attrezzatura”.
Vincenzo Catrambone afferma: “Cerchiamo di rappresentare il brand di Starbucks come un’unica famiglia in Italia. I negozi nel Bel Paese, compresa la Roastery, ammontano ormai a 31. Da qui alla fine dell’anno apriremo altri 7 nuovi store tra cui la nostra tanto discussa new entry a Napoli che verrà inaugurata ad ottobre: quest’anno arriveremo perciò a toccare i 38 negozi nel territorio italiano. Questi anni sono stati senza dubbio interessanti e la nostra presenza è stata certamente ben accolta dai consumatori con cui condividiamo, grazie ai nostri servizi, una esperienza speciale ed intima. Starbucks è più di un marchio ma bensì un’esperienza di caffè di alta qualità consumato in un ambiente familiare”.
Un mese di festeggiamenti
Valentina Pagano illustra il programma: “La Starbucks Reserve Roastery Milano è uno store concepito con l’idea di essere uno spazio esperienziale che permette di vivere il caffè a 360°: dalla sua origine, alla tostatura fino a passare all’estrazione. Per celebrare questo nostro primo importante anniversario abbiamo pensato ad un programma ricco e vario che possa interessare alla variegata clientela del locale. Da oggi fino al 1° ottobre i nostri partner animeranno diverse attività a tema caffè. Il 12 settembre apriremo il primo degli eventi in collaborazione con Victoria Arduino cha sarà un workshop in tema mixology con Andrea Villa che spiegherà il ruolo dell’espresso nel mondo dei cocktail alcolici”.
Pagano aggiunge: “Gli appuntamenti continueranno con Federica Parisi, direttrice coffee community di Victoria Arduino, il 18 settembre e si chiuderà il 1° ottobre con un workshop tenuto da Daniele Ricci che quest’anno si è classificato secondo al World Barista Championship ad Atene. Il 14 settembre verranno come ospiti gli autori del libro “Barista Sapiens” di Dario Ciarlantini e Antonio Malvasi”.
Caffè e musica
C’è di più: “La musica avrà altresì un ruolo di grande importanza nei festeggiamenti. L’8 settembre si inizia con Enrico Pivellaro, un nome di spicco per il blues in Italia. Il 15 settembre ci sarà Marco Brioschi, gigante del jazz italiano. Il 29 settembre ci sarà il trio Mocobo Bossa di Bossa Nova. Inoltre, Starbucks Reserve ha instaurato una partnership con la Milan Fashion Week. Nella cornice del nostro impegno con la Milan Fashion Week abbiamo deciso di supportare il brand “Made for a Woman”: il 21 settembre verrà infatti presentata la collezione ufficiale del brand in sede. Si tratta di un marchio con cui abbiamo molto in comune: sia dal punto di vista della sostenibilità che dall’empowerment femminile”.
Ma i festeggiamenti non finiscono qui. Alla fine del programma ci saranno molti altri eventi portati avanti da Percassi per tutto il mese di novembre, offrendo ai consumatori due coffee tasting a settimana con la degustazione di due diverse miscele di caffè e due metodi di estrazione in tutti gli store della catena, dal nord al sud della penisola, per far provare loro la Starbucks experience. Altri eventi sono inoltre in corso di definizione.
Il ruolo della chimica nella percezione del gusto nel caffè
Dopo la presentazione è seguito il workshop “Flavour Chemistry in Coffee” di Dale Harris, world barista champion del 2017, il primo dei molti eventi che animeranno la Roastery di Milano. In questo piccolo seminario Dale Harris ha introdotto alcuni dei meccanismi e la terminologia che definiscono la chimica dell’aroma del caffè e il modo in cui viene percepito attraverso il gusto e l’olfatto.
Dale Harris afferma: “È un onore trovarsi in questo tempio del caffè. Parlare di gusto e flavor si traduce spesso in dati soggettivi in cui il linguaggio tecnico che noi professionisti utilizziamo è di difficile comprensione ai nostri clienti. È un mondo affascinante che per ognuno di noi racchiude un significato diverso in base ai propri gusti ed esperienze”.
Nel primo esercizio abbiamo assaggiato un caffè filtrato senza sapere nulla delle sue caratteristiche con il solo compito di indicare quali sensazioni ci ha donato dopo averlo annusato e infine bevuto. Le risposte sono state tra le più varie: chi affermava fosse dolce, con un sapore leggero e chi invece registrava un sapore simile al cioccolato.
“Il caffè, quando si annusa, è un composto aromatico volatile. È una combinazione chimica di diversi elementi che si combina scappando dal liquido ed elevandosi in aria. Ciò che rimane dopo che il composto si perde in aria è l’odore. Ciò che resta negli elementi in tazza si ricombinano in altri composti. Quando il caffè si raffredda il flavor diventa più riconoscibile: un esempio lampante è l’acido citrico, il cui sapore diventa più forte raffreddando”.
Il secondo esercizio consisteva nel prendere una caramella da una coppia di due e descriverne il suo gusto. Prima era necessario tapparsi il naso per poi masticare con calma e assaporarne il gusto. Come prima, le opinioni erano diverse le une dalle altre.
L’esperto spiega: “Quando annusiamo il caffè ciò che sperimentiamo è l’aroma. Per il gusto entrano in azione le papille gustative e la percepiamo grazie alle diverse funzioni del nostro sistema nervoso. Ancora non sappiamo bene come funzioni precisamente. I gusti vengono percepiti generalmente in: dolce, amaro, aspro, salato e umami”.
“Le informazioni vengono associate anche grazie al nostro campo periferico. Il meccanismo di ognuno funziona allo stesso modo ma ci sono alcune importanti differenze genetiche che influenzano il nostro gusto: ciò spiega la differenza di sapore che ognuno di noi registra per la stessa bevanda o cibo”.
Il campo visivo e periferico gioca altresì un ruolo primario.
Nel terzo esercizio abbiamo bevuto due liquidi in un bicchiere: uno rosso e uno blu. Ovviamente le reazioni di ognuno erano differenti: chi registrava la bevanda dal colore rosso percepiva, in generale, un sapore più dolce, mentre chi sorseggiava il liquido blu percepiva un gusto più acido. Come ha rivelato Harris i due liquidi erano uguali da un punto di vista chimico: solo il colore cambiava.
Harris afferma che anche l’aspetto visivo può influenzare il gusto per quanto possa essere contro intuitivo. È difficile dare un giudizio oggettivo sul sapore e sul gusto sul caffè.
“Ci sono davvero molti fattori che influenzano il risultano finale dal punto di vista della percezione del gusto” conclude Harris.