NEW YORK – Starbucks aumenta il prezzo del caffè. Con l’intento nobile di aiutare così i ragazzi che lavorano qui e che così possono pagarsi, contemporaneamente, anche gli studi.
Starbucks aumenta salario e caffè
Starbucks gonfia un po’ il costo del caffè. Ma lo fa per una buona causa.
Lo stipendio dei lavoratori è stato così alzato del 5 per cento, in seguito a una serie di polemiche delle ultime settimane, con i sindacati sulle barricate.
Le reazioni dei consumatori
Insomma, i clienti pagano l’aumento del salario ai camerieri. E protestano: “E’ un ricatto generazionale, di fatto ci dicono: pagate lo stipendio ai vostri figli”.
I dipendenti di Starbucks
Nei giorni scorsi, i dipendenti americani della catena più grande al mondo di caffè si erano lamentati. Il lavoro era aumentato, a fronte di una diminuzione delle mance.
Il motivo? Il moltiplicarsi dell’applicazione che permette di ordinare il caffè via smartphone, senza entrare in contatto con i camerieri. E quindi senza dare loro alcuna mancia.
L’espansione del colosso del caffè
Starbucks sta nel frattempo aggiungendo nuovi Paesi al suo già ricco carnet. Tra questi pure l’Italia con Milano, dove aprirà a breve il primo punto vendita della catena statunitense.
In totale, solo negli Stati Uniti ci sono 11 mila negozi di Starbucks, che preparano ogni giorno centinaia di migliaia di bicchieroni giganti di caffè, un rito per chi abita in America.
Miglioramento degli stipendi
Come Starbucks, pure McDonalds’ ha annunciato, ad aprile scorso, un miglioramento negli stipendi per i lavoratori dei propri magazzini non in franchising.
Buone notizie, dunque, per chi lavora nelle due catene di bevande e cibo, spesso bistrattate e pagate molto poco. Catene che altrettanto spesso assumono giovanissimi proprio per poter speculare sulle paghe. Visto che, questi ragazzi hanno semplicemente bisogno di rimpinguare un po’ il conto in banca, ma non aspirano certo a fare i camerieri per tutta la vita.
Polemiche soltanto all’inizio
Nel caso di Starbucks, però, le polemiche sono soltanto all’inizio. Pagare di più il caffè per far studiare un dipendente non piace all’opinione pubblica.
Che, evidentemente, ha più a cuore il proprio salvadanaio che le condizioni di lavoro dei giovani dietro al bancone.