MILANO – Anche Il Sole 24 Ore si interessa ai piani di espansione di Starbucks in terra cinese. La multinazionale americana punta a fare del paese più popoloso del mondo il suo secondo mercato dopo il nord America. Le cifre e gli obiettivi di crescita in questo articolo a firma di Riccardo Barlaam.
Starbucks nei prossimi cinque anni aprirà uno store in Cina ogni 15 ore. Quasi due al giorno. Seicento l’anno. Tremila in totale in cento nuove città. Che si aggiungono alle 3.300 caffetterie che la catena americana ha già aperto in 141 città della seconda economia mondiale con 45mila dipendenti.
Espansione a prova di tensioni commerciali
Le tensioni commerciali tra l’amministrazione Trump e Pechino non condizionano i piani di espansione della società di Seattle nella Cina Mainland, il mercato a più veloce crescita grazie alla nuova classe media di consumatori.
Starbucks ha 25mila coffee shops in 75 paesi. Nel 2017 ha riportato ricavi per 22,3 miliardi di dollari (+6% y-o-y), una capitalizzazione di Borsa di 78,8 miliardi, un utile lordo di 6,8 miliardi e un margine operativo del 30%.
La Cina pesa già per il 15% sul fatturato di Starbucks. Ma la società punta ora a triplicare i suoi ricavi e a raddoppiare i profitti nel paese del dragone al 2022, grazie alle nuove caffetterie.
In gara con Kfc
In questa esplosione di consumi dei cinesi il gigante del caffè gareggia con la catena di fast food Kentucky Fried Chicken nella corsa per la crescita più rapida dei punti vendita.
«Nessuna società occidentale è meglio posizionata di noi per svilupparsi in Cina seguendo la rapida espansione della classe media cinese», sostiene Kevin Johnson, presidente e ceo di Starbucks.
Il gigante del caffè è aiutato nell’impresa dalla enorme liquidità appena entrata in cassa dopo l’accordo siglato a inizio mese con Nestlé, prima società mondiale nel food & beverage, che ha pagato 7,2 miliardi di dollari per avere l’esclusiva della vendita dei pacchetti di caffè, thè e delle bevande a marchio Starbucks in tutto il mondo, che presto saranno diffusi da 28 a 190 paesi.
E viceversa. Il deal permetterà a Starbucks di utilizzare le macchine Nespresso e Nescafé Dolce Gusto nelle sue 25mila caffetterie. Il prossimo mese la catena americana aprirà a Pechino il suo più grande negozio nel mondo, un flagship store con torrefazione al centro della trafficata shopping area della capitale cinese.
A inizio settembre Starbucks aprirà anche il suo primo locale in Italia, a Milano in piazza Cordusio, con uno store torrefazione da 2mila e 40o metri quadri. Dove a regime lavoreranno 300 persone. E pensare che la prima idea delle caffetterie agli americani è venuta prendendo a prestito il modello dei bar italiani.
Riccardo Barlaam