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sabato 02 Novembre 2024
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Starbucks Reserve roastery negli appunti per immagini di un addetto ai lavori

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MILANO – Un notissimo addetto ai lavori, che ci ha chiesto l’anonimato, ha visitato Starbucks in incognito ed ha inviato i suoi appunti fotografici a Comunicaffè. Ve li proponiamo anche per vedere che cosa guarda un esperto di caffè armato di uno smartphone. E i giudizi? La prossima volta. «È troppo presto – ci ha scritto infatti il nostro informatore – e adesso sarei ingeneroso. Si devono rodare». Ma comincamo dalla foto sopra: due espressi nelle tazzine nere della Reserve Roastery. Ben estratto, sembra.

Appunti fotografici: il racconto della roastery

Il legno fa sempre la sua figura. Aiuta di sicuro a sottolineare una delle cifre stilistiche della catena americana, che fa dell’atmosfera calorosa uno dei suoi cavalli di battaglia. Trovare poi inciso sul bancone il marchio di un’azienda così grande con sotto il nome di Milano, aggiunge quel qualcosa in più che stringerebbe lo stomaco di qualsiasi coffeelover.

La scritta ricavata nel legno dà la stessa sensazione che dovrebbe dare un caffè: un’esperienza prima di tutto tattile, che poi coinvolge tutti i sensi. La vista è certamente rapita dal basso rilievo, ma la voglia di passarci un dito sopra è altrettanto irresistibile.

Milano Starbucks Reserve roastery
Milano Starbucks Reserve roastery

Una sirena che ammalia

Il richiamo di questa figura mitologica è ben nota a chiunque si sia mai avvicinato all’Odissea di Omero. Ed è proprio quello che ispira la sirena di Starbucks, immobilizzata nel bronzo: un viaggio all’avventurosa esplorazione del chicco.

L’invito è quello di non porsi limiti e lasciarsi guidare proprio dalla stessa immaginazione che un tempo, ha partorito questa creatura leggendaria. Al contrario di Ulisse però, il cliente qua dentro può lasciarsi cullare dalle onde di una marea di caffè senza paura.

Milano Starbucks Reserve roastery
Milano Starbucks Reserve roastery

Dal mito alla realtà

Proprio come i romanzi di fantasia, ciò che appassiona maggiormente l’osservatore è il fatto che il meraviglioso si mescoli naturalmente col realistico. Un mix che funziona alla perfezione all’interno dell’ex Palazzo della Borsa e poi delle Poste, dove, una volta sedotti dalle sirene, ci si scontra con la frenesia tipica di chi ama il caffè. E di chi lo prepara con la stessa passione.

Milano Starbucks Reserve roastery
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La chimica di Starbucks

In questi appunti fotografici, tra cui si muovono le sirene, non potevano mancare dei baristi che sembrano più dei maghi della chimica. Qui non si scherza, il caffè non è solo cultura ma anche scienza: la cura della preparazione lascia sospeso il cliente italiano, anche quello più legato al consumo del caffè fatto di fretta.

Milano Starbucks Reserve roastery
Milano Starbucks Reserve roastery

Eppure, nonostante sui giornali venga dipinto come una sorta di Luna Park delle caffetterie, a vederlo fotografato “senza pose“, anche questo Starbucks è solo un locale in cui entrare per fare una pausa. Complice, l’angolo della panetteria, che aiuta a ridimensionare alcuni eccessi della Roastery.

Milano Starbucks Reserve roastery
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Un muro di bevande rende chiaro che in Piazza Cordusio non c’è solo caffè ma anche aperitivi, quelli del Bar Arriviamo nel mezzanino. Perchè l’attenzione verso le esigenze di un italiano, chiaramente, non poteva lasciar scoperto l’angolo aperitivo. Che, a ben vedere, sembra davvero fornito e pronto alla sfida della “Milano da bere”.

Milano Starbucks Reserve roastery
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Da far girare la testa

I tubi che partono dal cielo per arrivare sulla terra direttamente nella tazzina degli esseri umani, di nuovo rilancia l’occhio verso qualcosa di divino. Impossibile per uno sguardo da comune cliente da bar italiano, non restare impressionati di fronte al turbinio che affronta il chicco per giungere al palato. Ma, d’altronde, gli italiani amano le curve e subiscono quindi di sicuro il fascino di questa sensualità all’aroma di caffè.

Milano Starbucks Reserve roastery
Milano Starbucks Reserve roastery

Così come non può lasciare indifferenti ritrovarsi di fronte a una super macchina della milanese Scolari che tosta il caffè live. L’impressione è quella che in filosofia hanno identificato come “sublime”: restare storditi, tra il felice e l’annientamento, di fronte a qualcosa di grande, difficile da comprendere nella sua complessità.

Milano Starbucks Reserve roastery
Milano Starbucks Reserve roastery

La cultura del caffè

Nel Tempio del caffè dedicato al culto dell’espresso italiano, non stupisce invece la strizzata d’occhio a chi è di certo uno degli eredi di questa tradizione: il Mumac, nella sua copertina rossa, fa sentire un po’ a casa i coffeelover italiani. Un po’ come riconoscersi nello specchio.

Milano Starbucks Reserve roastery

E, siccome si è ritornati su un piano più culturale, non poteva mancare la gemella in marmo della sirena che già prima ci aveva trascinato all’interno della Roastery. Un po’ più classica, che richiama ancora di più le statue greche per via del materiale, sembra scivolare via. Come il latte che sfuma nel cappuccino.

Milano Starbucks Reserve roastery
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