MILANO – Starbucks riafferma i suoi obiettivi in materia di responsabilità sociale e ambientale, che prevedono, tra le altre cose, l’utilizzo esclusivo di caffè verde proveniente da filiere etiche entro il 2015. La multinazionale di Seattle ha annunciato questa settimana l’acquisto in Costa Rica di un’azienda agricola di 240 ettari, che verrà ristrutturata per diventare un centro globale di ricerca e sviluppo in campo agronomico. La proprietà si estende sul versante del vulcano Poás, in una delle più importanti aree naturalistiche del paese.
Starbucks conquista il Costa Rica
Le attività svolte all’interno di questa struttura consentiranno di accrescere il raggio di azione delle cosiddette pratiche C.A.F.E. (Coffee and Farmer Equity Practices), il modello di approvvigionamento etico e sostenibile messo a punto da Starbucks in partnership con la ong Conservation International, che garantisce l’acquisto di caffè di alta qualità contestualmente alla promozione degli standard sociali, economici e ambientali. La mossa di Starbucks costituisce anche una risposta alle recentissime decisioni della grande catena di ristorazione McDonald’s, che ha annunciato di voler investire 6,5 milioni di dollari nei prossimi cinque anni per aiutare i coltivatori del Guatemala a produrre in modo ecosostenibile un caffè di alta qualità.
Oltre a contribuire allo sviluppo e all’applicazione da parte dei contadini delle migliori pratiche e strategie di adattamento al cambiamento climatico, il centro si dedicherà alla ricerca e allo sviluppo di nuove varietà di caffè.
“Questo investimento e l’impatto che esso è destinato ad avere, andando ad aggiungersi agli altri programmi che abbiamo posto in essere negli ultimi 40 anni, sosterrà l’adeguamento dei produttori, delle loro famiglie e del milione di persone che costituiscono la nostra filiera collettiva di approvvigionamento – ha dichiarato il presidente e ceo di Starbucks Howard Schultz – Esso rappresenta per noi anche un’opportunità di innovazione, attraverso la messa a punto di varietà proprietarie di caffè, che contribuiranno allo sviluppo delle nostre future miscele”.
Negli ultimi 4 decenni, Starbucks ha investito oltre 70 milioni di dollari in programmi e attività di cooperazione
Che hanno migliorato la vita dei produttori e delle loro famiglie e contribuito all’offerta sostenibile a lungo termine di caffè di alta qualità. Gli interventi attuati hanno incluso anche l’erogazione di prestiti agli agricoltori e il finanziamento di progetti forestali. La compagnia americana ha già aperto 5 centri regionali di sostegno agli agricoltori, il primo dei quali è sorto proprio in Costa Rica, a San José, nel 2004. Sono seguiti quelli istituiti in Ruanda, Tanzania, Colombia e Cina.
La nuova struttura svilupperà e amplierà il lavoro già portato avanti nei centri regionali
I risultati delle sue ricerche verranno messi a disposizione dei produttori di tutto il mondo impegnati nella filiera di Starbucks. La varietà altimetrica dei terreni consentirà ai ricercatori di compiere test e sperimentazioni in ambienti differenziati sul piano climatico, pedologico e biologico. “L’effetto combinato del cambiamento climatico e del deterioramento dell’ecosistema mette a rischio la capacità stesso degli agricoltori di produrre i propri raccolti.
Starbucks ha fatto moltissimo in questi anni per aiutare ad affrontare e risolvere molti dei problemi con i quali sono alle prese i produttori – ha dichiarato Peter Seligmann, presidente e ceo di Conservation International –questo investimento continuativo farà sì che le risorse più innovative possano essere destinate a favore della sostenibilità e dell’adattamento ai cambiamenti climatici, in tutte le comunità agricole”. Secondo dati forniti da Conservation International, relativi al 2012, l’adozione delle pratiche C.A.F.E. ha consentito, nei 98% dei casi, di conservare o migliorare la fertilità dei suoli; è stato inoltre garantito l’accesso alla scolarizzazione di base al 100% dei figli dei produttori. Il 93% dei 4,12 milioni di sacchi di caffè verde acquistati nell’esercizio 2012 da Starbucks è giunto da filiere etiche.