lunedì 23 Dicembre 2024
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Spreafico Automation e l’Università di Milano: una ricerca sulle capsule di caffè

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MILANO – Spreafico Automation ha stretto una partnership con il Dipartimento di Scienze per gli Alimenti, la Nutrizione e l’Ambiente (DeFENS) dell’Università degli Studi di Milano. Per lo studio delle proprietà delle capsule autoprotette e del ruolo delle atmosfere protettive nel corso della shelf life.

Si tratta di un caso virtuoso di collaborazione tra mondo accademico e produttivo, in grado di contribuire all’avanzamento tecnologico nel settore del caffè porzionato.

Spreafico Automation e l’Università degli Studi di Milano, i protagonisti

L’Università di Milano partecipa al progetto con un team di ricerca dotato di competenze specifiche nell’ambito del packaging per il settore Food. Che viene coordinato da Sara Limbo, professoressa associata presso il dipartimento “DeFENS” (Dipartimento di scienze per gli alimenti, la nutrizione e l’ambiente).

DeFENS è una realtà che è solita lavorare in partnership col mondo produttivo

Gestendo progetti che da un lato possano contribuire al progresso scientifico e dall’altro abbiano ricadute positive per l’industria. Dal canto suo Spreafico Automation ha fornito una piattaforma per lo sviluppo degli studi. Una vera e propria macchina automatica che, come da tradizione, è stata progettata ed allestita all’interno degli stabilimenti di Calolziocorte (Lecco).

Ed è stata configurata in modo da rispondere appieno alle specifiche del team di ricerca universitario. L’azienda sostiene inoltre il progetto con un contributo economico. Potendo per contro fruire in forma esclusiva dei risultati degli studi. Coperti da clausole di riservatezza.

Spreafico Automation può già vantare una grande esperienza nel settore

Acquisirà quindi un know-how unico nel contesto delle capsule autoprotette e dei
comportamenti che queste hanno a seconda della loro tipologia e delle diverse condizioni di utilizzo. All’atto pratico, questo si tradurrà nella possibilità di poter orientare al meglio il cliente, con un bagaglio di conoscenze che nessun altro competitor è in grado di offrire.

Lo spettro delle competenze acquisite sarà tale da poter offrire benefici tanto alle piccole/medie torrefazioni quanto ai grandi gruppi.

Modalità e procedure di ricerca

Il progetto, che ha preso il via nell’estate del 2018, prende in considerazione le capsule autoprotette; quelle cioè che non necessitano di un sovra-imballo ma posseggono già caratteristiche di barriera tali da garantire la shelf life del prodotto, comunemente utilizzate all’interno della pletora di sistemi in circolazione (“Nespresso”, “A Modo Mio” etc.); sia in ambito consumer che Horeca.

Si tratta del comparto del settore caffè in maggior espansione, che ogni anno fa registrare una crescita esponenziale in tutto il mondo occidentale. A titolo esemplificativo, secondo i dati divulgati da Iri nel 2017 sul solo mercato italiano l’ambito delle capsule (auto-protette e non) ha fatto segnare +18,8% in valore e +20% in volume.

Il progetto è attualmente nel pieno del suo svolgimento

E prevede una serie di studi correlati, risultando pertanto non soltanto complesso, ma anche suscettibile di “modifiche in corso d’opera”. Per adeguare il metodo di ricerca a quelle che sono le problematiche via via riscontrate.

Per avere un’idea di quanto lo studio sia articolato, basti pensare che tra i vari elementi che sono oggetto dell’analisi vi sono i materiali plastici utilizzati per la realizzazione della capsula, le miscele di gas che vengono impiegate per realizzare il vuoto all’interno della stessa; la tipologia e la caratteristiche delle macchine per il confezionamento che vengono impiegate.

E ultima ma non ultima, la qualità del macinato stesso, che nelle sue diverse varietà può avere caratteristiche che vanno a influenzare in maniera sensibile il comportamento del sistema / capsula.

La fase preliminare

Ha previsto un’analisi comparativa delle diverse tipologie di capsule attualmente utilizzate sul mercato, che sono state esaminate valutando parametri quali la stratigrafia delle strutture plastiche utilizzate; l’evoluzione dei gas di confezionamento e le interazioni del sistema complesso caffè-capsula-ambiente nel tempo. Per comprendere le modifiche sensoriali e qualitative del caffè.

Gli orizzonti dell’innovazione nel settore della capsula

Lo scopo è quello di arrivare a definire come le interazioni tra tutti questi elementi influiscano sulla qualità del prodotto finito. Così da conoscere e creare le condizioni per ottenere un confezionamento in capsula ottimale. Al di là degli aspetti economici o legati alla ricerca, ci sono altri temi correlati al progetto che possono avere ricadute benefiche sul settore del caffè porzionato e sull’ambiente stesso.

Comprendere come ottimizzare non soltanto le fasi di riempimento e confezionamento, ma la composizione e la preparazione stessa della capsula, può infatti avere un impatto fondamentale; particolarmente in un periodo in cui il comparto risulta “sotto esame” con accuse – più o meno fondate – in merito agli impatti ambientali di queste soluzioni.

La riduzione dello spessore dei materiali o la possibilità di garantire il mantenimento della corretta atmosfera all’interno di un sistema complesso come la capsula, porterebbero infatti ad una flessione dell’impatto ambientale. Generato non solo dall’immissione di materiali nell’ambiente, ma anche dalle perdite di prodotto, aspetto che il più delle
volte si sottovaluta.

Dati oggettivi

Dimostrano infatti che, nel settore alimentare, le perdite di prodotto causate da una inadeguata protezione rappresentano una delle voci di impatto più importanti. Uno
studio come quello condotto da Spreafico e dal DeFENS può quindi portare a vantaggi lungo tutta la filiera di produzione e distribuzione di caffè in capsula.

La partnership tra Spreafico Automation e l’Università di Milano è nata grazie a Gianfranco Zanarini, titolare di Sepack; una realtà commerciale specializzata nell’allestimento di linee di confezionamento per il settore del caffè. Sepack, da tempo partner di Spreafico Automation, ha supportato l’incontro tra i due partner agevolando lo sviluppo dello studio in essere. Nella convinzione che questo sarà in grado di portare concreti benefici non soltanto alle realtà coinvolte ma alla filiera stessa.

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