MILANO – Prima dell’allenamento fatevi un caffè. Il consiglio è scientifico. Meglio, lo è diventato. Perché se prima c’era un passaparola, un’abitudine sussurrata, adesso c’è uno studio che ne conferma gli effetti positivi. Il nuovo sport è bere il caffè.
Sport: la novità del caffè
Sport: si suda, si fatica. Ma se ad accompagnarlo c’è il caffè, va un pochino meglio.
Non è una novità che un po’ di caffeina in circolo migliori la performance atletica.
Molte persone non si sognerebbero mai di cominciare la loro giornata sportiva, che sia una camminata o un’ora di yoga, senza aver bevuto una tazza di caffè. Dopo un po’, però, arriva l’assuefazione e gli effetti positivi non ci sono più.
Lo sport agonistico ha bisogno di caffè
Per gli atleti professionisti la questione è differente. Per avere i massimi benefici viene spesso loro concesso il caffè nel giorno della gara, ma astinenza in tutta la settimana precedente.
Uno studio pubblicato sul Journal of Applied Physiology, invece, sfata il mito dell’assuefazione. Dice che si può bere caffè ogni giorno e avere comunque effetti positivi nel giorno dello sforzo fisico maggiore.
Il professor Bruno Gualano insegna
Al New York Times lo racconta il professor Bruno Gualano, docente di Fisiologia e nutrizione alla Scuola di Educazione fisica e sport dell’Università di San Paolo, che, da buon brasiliano, ha il caffè come parte integrante della sua dieta.
Insieme ai colleghi ha analizzato il comportamento di 40 ciclisti. Sono partiti dalle loro abitudini. Poi li hanno divisi in gruppi a basso dosaggio di caffeina, medio e alto.
Nei tre allenamenti successivi sono stati dati loro, nell’ordine: una tavoletta al caffè, una con gelatina, ma senza caffeina, nulla nell’ultimo.
Ora, parlando di sport. Vale soltanto per gli uomini, per le donne non si sa
Senza doversi astenere dal caffè nei giorni precedenti, tutti e tre i tipi di corridori hanno ottenuto buoni risultati in gara. Tutti sono stati più veloci. Lo studio è fatto solo su uomini ben allenati però; cosa accada a chi lo è meno o alle donne, ancora non si sa.
Chiara Pizzimenti