MILANO – Cercava la solidarietà della Rete. È stato invece travolto da una valanga di sberleffi, critiche e insulti. La storia la racconta il Corriere di Milano. Il protagonista è un internauta che ha postato sui social lo scontrino del conto pagato per tre spremute e due acque minerali nell’esclusivo Caffè Bistrot di Cracco in Galleria.
Totale: 41 euro. Un prezzo esorbitante per un esercizio normale. Ma stiamo parlando di un locale aperto in una location iconica definito da alcuni “il più bello d’Italia”.
Dove si paga, anche e soprattutto, l’ambiente, l’esperienza, il luogo e il prestigio del nome e del “brand” Cracco. Soldi ben spesi? Ciascuno è padrone del proprio portafoglio.
D’altronde le alternative più economiche – anche di altissima qualità – non mancano, pure nel cuore di Milano.
Non a caso dunque la “trollata” è fallita sul nascere. E il popolo della rete ci è andato giù pesante, con una serie di post al vetriolo.
«Paghi la location e il nome: dov’è il problema? Nessuno vi obbliga ad andarci. Oppure ci andate per poi scrivere un post e godere per tutti i “mipiace” o “condividiseseidaccordo” che ricevete?» recita uno dei commenti.
«Fai una bella cosa: vai a comprarti succo d’arancia e spremuta al Conad e disconnettiti da Facebook» osserva un altro utente.
«I prezzi sono esposti, se non ti va bene alza i tacchi e vai». «Fanno benissimo a spennarvi così: vi piace fare i fighetti… avreste dovuto lasciare anche la mancia, giusto per essere allineati».
Un vero boomerang
Insomma, l’aspirante hater è rimasto vittima del suo stesso velleitario tentativo. Imparando a sue spese che la dialettica dei socials – per quanta drastica e sanguigna – a volte sa riconoscere con discernimento il sano disappunto dall’indignazione stucchevolmente pianificata.