MILANO – Quando la passione per lo spazio profondo e il caffè si uniscono, e i soldi non mancano, nascono delle idee aziendali extraterrestri. E’ il caso di alcuni privati che hanno messo su una compagnia, la Space Roasters, che ha deciso di sfruttare la corsa nei cieli e la complessa tecnologia che permette i viaggi fuori dal mondo, per tostare i chicchi.
Perché no? Quando il limite, come si suol dire, è solo il cielo, allora non resta che mantenere i piedi per terra. Con in mano un caffè che pare tostato dalla Nasa. I dettagli da focustech.it.
Space Roaster: missione tostatura spaziale
Apparentemente Space Roasters vorrebbe sfruttare i mostri d’ingegneria per tostare alla perfezioni i chicchi di caffè per poi venderli, ad un prezzo esorbitante probabilmente.
I fondatori di questa compagnia, Hatem Alkhafaji e Andres Cavallini, hanno rilasciato una particolare intervista: “Il caffè è stato tostato allo stesso modo da secoli e, poiché la scienza spaziale ha migliorato molte tecnologie, riteniamo che sia tempo di rivoluzionare la torrefazione del caffè usando la tecnologia spaziale.”
Capsula per la torrefazione spaziale
Questo è il nome dell’invenzione dei due e il suo funzionamento è legato al calore che si crea quando un razzo rientra nell’atmosfera terrestre. Questa fonte di energia viene incanalata in quattro cilindri diversi nel quale saranno presenti 75 chilogrammi di chicchi caffè per ciascuno.
Nei tubi ci sarà abbastanza spazio per farli galleggiare sospesi nel vuoto a causa della momentanea assenza di gravità dovuta al rientro e questo dovrebbe permettere una tostatura uniforme su ogni chicco.
Ovviamente anche se si tratta di un progetto ambizioso, a modo suo, ai due serve un veicolo spaziale
Ed è qui che entrano in gioco due delle compagnie private che si sono gettate nel business del decennio, e si spera del futuro, ovvero Rocket Lab e Blue Origin. I due imprenditori stanno cercando di trattare con le due società al fine di trovare il partner ideale.