domenica 22 Dicembre 2024
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Sondaggio Nestlé: il 52% degli under 30 vorrebbe un modello di lavoro ibrido tra quello in ufficio e il remoto

“Il nuovo paradigma lavorativo ci consente di proseguire con la stessa convinzione ed efficacia nel nostro impegno a offrire opportunità di formazione e di inserimento alle giovani generazioni, che – come confermato dalla survey – apprezzano il valore della modalità ‘ibrida’, beneficiando sia dell’apprendimento in presenza sia della gestione più autonoma del lavoro”

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MILANO – Tornare a lavorare in ufficio o continuare a lavorare da casa? L’azienda Nestlé lo chiede a chi ha meno di 30 anni. La strada da seguire è quella di un modello ibrido che tenga conto della flessibilità e del giusto bilanciamento tra vita privata e vita lavorativa ma che, allo stesso tempo, faciliti una costante presenza in ufficio, fattore imprescindibile per il futuro del lavoro. Questa richiesta emerge in modo chiarissimo dalla survey “Il futuro del lavoro in Italia” commissionata da Nestlé in Italia a Toluna con l’obiettivo di indagare le preferenze e necessità dei ragazzi e delle ragazze più giovani che si affacciano al mondo del lavoro.

Il modello di lavoro ibrido è il più richiesto tra i giovani

Volendo ascoltare e dare voce a chi ha appena concluso gli studi o a chi ha appena iniziato a lavorare, lo studio riflette sul rinnovato mondo del lavoro raccontando come gli ultimi 2 anni abbiano modificato i modelli organizzativi tradizionali aprendo nuove prospettive per il futuro. In generale, nonostante le preoccupazioni, i giovani hanno dimostrato forte capacità di adattamento alla nuova situazione lavorativa: infatti, il 74% valuta positivamente l’esperienza di lavoro degli ultimi mesi in quanto ha contribuito a favorire la propria autonomia (47%) e ha accelerato l’acquisizione di nuove competenze utili per crescere (44%).

È chiaro, non mancano, alcuni aspetti negativi (a cui le aziende dovranno prestare massima attenzione) come la ridotta socializzazione (33%) e la difficoltà di “staccare” dal lavoro e godersi il tempo libero (26%): se da un lato, infatti, lo smart working regala più tempo da dedicare alle proprie attività, dall’altro rischia di portare alla mancanza di un confine netto e necessario tra lavoro e casa, a scapito della sfera privata.

Nestlé giovani
Gli under 30 preferiscono un modello di lavoro ibrido

Insomma, la prospettiva futura di un modello di lavoro ibrido è la preferita da più della metà degli intervistati (52%), ma circa un terzo dei giovani preferirebbe tornare totalmente in ufficio, riconoscendo i benefici e i vantaggi del lavorare in presenza rispetto al lavorare sempre da casa (12%).

Nestlé: impegni per il lavoro e il FAB working

Come tutte le aziende che vogliono guardare avanti (e non tornare indietro), Nestlé sta costruendo il suo modello di lavoro ascoltando il parere e le necessità delle sue persone ma ritiene anche fondamentale considerare le esigenze di chi non sta ancora lavorando e che magari arriverà in azienda tra qualche anno.

Con l’introduzione dello smart working, l’azienda adotta, già dal 2012, una forma di lavoro che garantisce una maggiore flessibilità alle persone tutelando il corretto bilanciamento tra vita personale e professionale. Oggi non basta più e l’azienda ha deciso di aggiornare il proprio modello coniugandolo al meglio con politiche di welfare aziendale che diventano sempre più preponderanti per far vivere bene il lavoro e che dunque possano favorire la crescita, sia essa personale o aziendale.

“Nonostante lo smart working sia una modalità di lavoro che adottiamo da tempo, gli impatti degli ultimi anni ci hanno spinto a far evolvere il nostro modello. Insieme alle nostre persone abbiamo dunque costruito il FAB working, con la convinzione che un’organizzazione flessibile, adattabile e bilanciata oggi rappresenti la soluzione ottimale per conciliare la professionalità del singolo con il lavoro di team, al fine di raggiungere al meglio gli obiettivi aziendali” – ha dichiarato Giacomo Piantoni, Direttore Risorse Umane del Gruppo Nestlé in Italia – “Il nuovo paradigma lavorativo ci consente di proseguire con la stessa convinzione ed efficacia nel nostro impegno a offrire opportunità di formazione e di inserimento alle giovani generazioni, che – come confermato dalla survey – apprezzano il valore della modalità ‘ibrida’, beneficiando sia dell’apprendimento in presenza sia della gestione più autonoma del lavoro”.

L’impegno di Nestlé

Nonostante l’incertezza determinata dalla pandemia, questa apertura al cambiamento ha permesso al Gruppo Nestlé di attivare oltre 203 stage e assumere 566 giovani under 30 nelle diverse sedi italiane. Inoltre, Nestlé nel nostro Paese continua a promuovere progetti per supportare le startup e favorire l’imprenditoria giovanile, in particolare all’interno della filiera agricola. Numeri particolarmente significativi, soprattutto se si considera il periodo che abbiamo attraversato e che dimostrano l’impegno che da sempre Nestlé rivolge alle giovani generazioni, volendo continuare a offrire opportunità concrete di formazione e di inserimento nel mondo del lavoro attraverso l’iniziativa globale Nestlé Needs YOUth.

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