MILANO – Per arrivare in tavola, un pasto percorre in media 1.900 km; per produrre un chilo di carne bovina si consumano 15.500 litri d’acqua e il 75% dell’alimentazione mondiale dipende da sole 12 specie vegetali e 5 animali. Dati alla mano, si può affermare che oggi il sistema agroalimentare dominante è tra le prime cause di inquinamento ambientale: si calcola che in Europa l’intero ciclo produzione –trasformazione – distribuzione – consumo – smaltimento dei rifiuti sia responsabile di un terzo delle emissioni di gas serra. Per questo, il rapporto tra il cibo consumato quotidianamente e i cambiamenti climatici è stato il tema al centro della seconda edizione dello Slow Food Day che ha coinvolto 300 piazze, strade, mercati e giardini.
Slow Food, l’obiettivo
Il fine è informare le persone che prediligendo cibo locale e di stagione si può davvero dare una mano al Pianeta. Per questo, nel corso dello Slow Food Day è stata distribuita gratuitamente «Fulmini e polpette», guida alle buone pratiche per adottare una dieta amica del clima, gustosa e anche economica. «Abbiamo scelto il tema cibo e clima anche perché, a pochi giorni dalla conferenza delle Nazioni Unite sullo sviluppo sostenibile che si terrà a Rio de Janeiro dal 20 al 22 giugno, ci pare importante contribuire alla sensibilizzazione dei cittadini su un problema tanto urgente», spiega Roberto Burdese, presidente di Slow Food Italia.
Il cibo è al centro delle azioni da intraprendere per un futuro migliore: accanto alla tutela della biodiversità, al mantenimento degli ecosistemi e alla lotta ai cambiamenti climatici, le discussioni di Rio verteranno sullo sviluppo agricolo sostenibile, sul ciclo acqua – cibo -energia e sulla sicurezza alimentare. La filosofia di Slow Food e di Terra Madre rappresenta uno degli elementi portanti di un’economia che lega lo sviluppo delle realtà produttive locali alla partecipazione attiva dei co-produttori, contribuendo così alla costruzione di un futuro sostenibile.
Questi i temi della giornata
Le Condotte hanno organizzato gli appuntamenti più diversi, coinvolgendo il pubblico in mercati contadini, degustazioni, conferenze, incontri con i produttori e attività educative per tutti. A Padova il protagonista era il caffè, mentre l’Eat-in organizzato a Chieti ha permesso di scoprire sapori locali attorno a una grande tavolata. Piazza Dante a Napoli è stata il regno della pasta madre, per convincere produttori e consumatori a scegliere pane «vero», che fa bene alla salute e al clima ed è buono anche dopo qualche giorno, abbattendo gli sprechi; a Soverato si è parlato di agricoltura e di Comunità del cibo di Terra Madre.