lunedì 23 Dicembre 2024
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Slovenia riparte fuori casa: apertura dei locali salvo che in 4 regioni

Dall'inizio della pandemia nel marzo 2020, caffè e ristoranti hanno dovuto chiudere per un totale di otto mesi e rimangono ancora chiusi in quattro delle 12 regioni slovene, compresa la capitale Lubiana, dove i tassi di infezione rimangono elevati. Anche le misure di distanziamento sociale sono ancora in vigore e i tavoli devono essere mantenuti ad almeno 1,5 metri di distanza

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LUBIANA – L’Inghilterra e la Svizzera sono già in una fase avanzata di ritorno alla normalità. Aperture delle attività non essenziali che sono andate di pari passo a una campagna vaccinale molto efficace. Alla lista non si aggiunge ancora l’Italia bensì la Slovenia, con le serrande alzate per i locali. Leggiamo i dettagli dall’ansa.it.

Slovenia ha riaperto caffè e i ristoranti all’aperto, dopo sei mesi, in seguito ad un calo delle infezioni e dei decessi da coronavirus nel Paese

Dall’inizio della pandemia nel marzo 2020, caffè e ristoranti hanno dovuto chiudere per un totale di otto mesi e rimangono ancora chiusi in quattro delle 12 regioni slovene, compresa la capitale Lubiana, dove i tassi di infezione rimangono elevati. Anche le misure di distanziamento sociale sono ancora in vigore e i tavoli devono essere mantenuti ad almeno 1,5 metri di distanza. Una chiusura parziale di 11 giorni durante la Pasqua ha contribuito a mantenere basso il numero di infezioni con la variante britannica, ora dominante, ha detto la scorsa settimana Tjasa Zohar Cretnik, il capo del National Health Laboratory.

All’inizio di questo mese, il paese, due milioni di abitanti, ha riaperto negozi, industrie di servizi e scuole

A partire dal 19 aprile, sono nuovamente consentite manifestazioni fino a un massimo di 100 partecipanti dopo che la Corte costituzionale ha stabilito che il divieto violava il diritto alla libertà di espressione. La Slovenia ha registrato più di 4.160 morti dall’inizio della pandemia, rendendolo uno dei paesi più colpiti nell’Unione europea in termini di popolazione, con 200 morti ogni 100.000 abitanti

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