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SINTERCAFÉ – Costa Rica punta alla denominazione di origine

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MILANO – Il mondo del caffè si è dato appuntamento, da giovedì a domenica, in Costa Rica, nell’esclusiva cornice del resort Marriott Los Sueños di Herradura, prestigiosa località turistica del Pacifico, per la 27a edizione della Settimana Internazionale del Caffè – Sintercafé.

Nato nel 1987 – per iniziativa dell’omonima organizzazione no profit sorta, in pari tempo, per promuovere l’eccellenza costaricana del caffè nel mondo, Sintercafé si è affermato negli anni come un evento internazionale di riferimento, oltre che una vetrina dell’industria locale.

Piatto forte della kermesse costaricana, la consueta conferenza internazionale, che ha visto la partecipazione di relatori di prestigio e la presenza di un folto pubblico specializzato.

Hanno fatto da cornice all’evento principale – oltre a una piccola, ma qualificata sezione espositiva – vari appuntamenti collaterali, concorsi e momenti sociali.

Molto vaste le tematiche affrontate nelle sessioni congressuali. Al saluto delle autorità – presente il vice ministro dell’agricoltura Xinia Chaves – è  seguito il keynote, affidato a un oratore di eccezione: Franklin R. Chang Díaz, il primo uomo costaricano nello spazio.

Sul fronte della produzione si è fatto innanzitutto il punto sull’emergenza Roya in America centrale. L’argomento è stato oggetto anche di uno specifico workshop di formazione.

È stato inoltre al centro di una tavola rotonda che ha visto la partecipazione del direttore esecutivo dell’Istituto del Caffè della Costa Rica (Icafé) Ronald Peters, del presidente dell’Associazione nazionale del caffè del Guatemala (Anacafé) Nils Leporowski, del presidente della Fondazione salvadoregna per la ricerca scientifica sul caffè (Procafé) Jorge Atilio Magaña Escobar e del consulente tecnico alla gestione generale dell’Istituto onduregno del caffè Mario Adolfo Ordóñez Valladares.

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           Ronald Peters

La ruggine del caffè è stata anche uno degli argomenti toccati nell’intervento di Tim Schilling, direttore esecutivo del World Coffee Research, il programma di ricerca gestito dal Norman Borlaug Institute for International Agriculture della Texas A&M University.

In primo piano inoltre due realtà dei due principali produttori mondiali. Carlos Alberto Paulino da Costa, presidente di Cooxupé, ha raccontato la storia di successo della massima cooperativa caffearia del Brasile e del mondo.

Mai Nhu Thuy, responsabile acquisti di Ecom, ha tracciato un breve profilo del Vietnam, soffermandosi sia sulla prospettive produttive, che sull’incoraggiante espansione dei consumi interni.

Sul fronte dei consumi, spazio a tre importanti aree di mercato.

Olav Munch, presidente dell’Associazione del caffè della Norvegia, ha fotografato i trend emergenti del mercato scandinavo, il più importante del mondo in termini di consumi pro capite.

Il presidente dell’Associazione del caffè del Canada ha fatto un’analisi a largo spettro del mercato del caffè in questo paese sottolineandone il buon stato di salute e le interessanti prospettive di crescita.

Lee Yunson (vice presidente della torrefazione sud coreana Terarosa) ha descritto l’ascesa del mercato sud coreano del caffè, oggi uno dei più importanti dell’Asia.

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            Lee Yunson

L’attuale situazione globale di mercato è stato oggetto delle analisi di Keith Flury (BNP Paribas) e Mr. Jared Keyes, di Brown Brothers Harriman.

Sintercafé 2013 è stato anche il trampolino di lancio di un’iniziativa di portata storica. È stato infatti annunciato il varo di un programma di certificazione di origine del caffè della Costa Rica.

“Intendiamo sviluppare un protocollo di certificazione e sottoporlo ai nostri partner commerciali più significativi” ha dichiarato il vice ministro Xinia Chaves, secondo la quale la certificazione offrirà opportunità eccezionali nella nicchia dei caffè speciali “dove i consumatori vogliono conoscere la provenienza del caffè e sapere in che condizioni è stato prodotto”.

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         Xinia Chaves

Un modo per riaffermare il posizionamento nell’alta gamma dei caffè della Costa Rica giustificandone i differenziali di prezzo rispetto ad altre origini.

“Investimenti e costi di produzione sono in Costa Rica i più alti al mondo, poiché la nostra è una filiera ecosostenibile, trasparente e totalmente tracciabile – ha dichiarato ancora Chaves – In tempi di lotta al cambiamento climatico è giusto che questo nostro sforzo venga riconosciuto anche in termini di prezzi corrisposti al produttore”.

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