MILANO – Dopo la pausa estiva si riparte non solo con le notizie del settore, ma anche con la rubrica dedicata alle donne che lo hanno plasmato. Oppure, com’è il caso di questa intervista, che lo hanno fotografato. Silvia Minella, compagna di avventure dell’altrettanto famoso mercante del caffè Giancarlo Samaritani, dà il suo contributo al quadro corale femminile iniziato il primo ottobre scorso.
Silvia Minella: obiettivo sui Paesi d’origine
“Il caffè ha rappresentato una svolta della mia vita. Perché mi ha permesso di imparare un nuovo mestiere ma soprattutto ha dato inizio ad un percorso di crescita personale. Intendiamoci: non si è trattato di un cambiamento talmente repentino da sconvolgermi la vita. Semplicemente la cultura del caffè mi ha indicato la via da seguire quando ne ho avuto bisogno.”
Tutto è cominciato 20 anni fa
Continua il racconto di Silvia Minella: “Prima il caffè faceva parte della mia vita quotidiana come in quella della maggior parte degli italiani, lo consideravo più familiare che esotico; una bevanda buona da bere ma così scontata da non richiedere troppa attenzione.
Poi è successo che mio marito ha iniziato a collaborare con un’industria di caffè e, se pur indirettamente, anch’io con lui.
Ho voluto e dovuto imparare le nozioni basilari di un prodotto che mi sono accorta di non conoscere affatto
“Ho letto libri, mi sono informata tramite Internet, che allora cominciava a diffondersi. Confrontandomi con mio marito, che ancor più di me si era appassionato all’oggetto del suo lavoro, ho capito che vedere di persona dove e come cresce il caffè e chi lo coltiva avrebbe soddisfatto il desiderio di entrambi.”
Così abbiamo intrapreso il nostro primo viaggio di “scoperta delle origini” nella regione centrale della Repubblica Dominicana
Prosegue Silvia Minella: “È stata un’esperienza entusiasmante! la prima di una lunga serie, l’inizio di un percorso che ci ha condotto a ritroso nel tempo. Alla ricerca delle origini del caffè e della storia dell’umanità.
Ho iniziato allora ad apprezzarne l’essenza perché ho capito che il caffè può racchiudere il mondo, anzi tanti mondi fatti di natura, di persone, di storie; di tradizioni, di fatica, di spiritualità, di passione, di speranza.
Mio marito ha iniziato subito a documentare con la videocamera queste esperienze esaltanti. Io invece mi sono dedicata alla scrittura per completare i filmati con testi appropriati per raccontare le nostre avventure.”
I viaggi di Silvia Minella
“Sono diventati poi impegni professionali. E’ stato creato un personaggio che si chiama “Il Mercante di Caffè“ interpretato (degnamente dico io, indegnamente dice lui) da mio marito, che mercante lo è davvero. I viaggi si sono evoluti, è nata una collana di libri e documentari che si intitola “In Viaggio col Mercante”. Ad oggi 24 spedizioni tra Centro America, Africa, India, Indonesia; sud-est Asiatico ed infine la Cina.
Il caffè ha continuato a rappresentare il filo rosso tra vari argomenti che danno spazio sempre maggiore sia alla cultura etnografica sia alla colture di altri prodotti coloniali che con il caffè condividono gli stessi territori d’origine come il cacao ed il tè.”
Silvia Minella: io interpreto “l’anima” del Mercante, le sua parte femminile
“E la coscienza più sensibile, osservo i particolari, catturo le impressioni. Cerco di comprendere ogni sfumatura delle tradizioni, memorie storiche di ogni popolo. Non è sempre facile. Finché si è immersi nell’avventura l’adrenalina e l’entusiasmo sono alle stelle. Ma quando inizia il lavoro vero e proprio, quello mentale, complicato ed impegnativo, mi accorgo che magari ci sono passaggi che non ho ben capito. Lacune che non so colmare come tasselli fuori posto che faccio fatica ad inserire.
Se mi scoraggio mio marito mi rincuora ed io faccio lo stesso con lui. Questo sostenerci a vicenda ci dà lo stimolo per proseguire anche quando le gratificazioni tardano ad arrivare.
Amo raccontare ma vorrei saper scrivere meglio di quanto so fare, perciò chiedo aiuto dalla mia fidata fotocamera e attraverso il mirino riesco a cogliere attimi che sanno trasmettere emozioni più delle mie parole.”
Descrivere il mio mestiere?
La parola a Silvia Minella: “Intanto vorrei precisare che non so se sia corretto considerare quello che faccio un mestiere. Probabilmente sarebbe più giusto chiamarlo passione. Mi piacerebbe poter dire che di professione faccio la scrittrice di viaggi, la foto-reporter. Forse per timidezza, non amo mettermi in mostra e preferisco “lavorare” dietro le quinte.
A parte la collaborazione con mio marito per i documentari della serie “In viaggio col Mercante”, le mie foto sono state esposte in mostre personali. Ad esempio al teatro Nazionale di Milano, alcuni scatti sono stati inseriti sulle pagine della prestigiosa rivista Ligabue Magazine di stampo etnografico, i libri fotografici e i racconti sono stati pubblicati in occasione di eventi culturali. Uno degli eventi che più mi ha coinvolto è stato quello intitolato “l’Africa è donna” dove ho esposto una raccolta di ritratti dedicato alle donne africane del caffè.
Mi sembra che sia un buon modo per divulgare la cultura del caffè
Quel che vorrei riuscire a trasmettere alla gente non è solo l’emozione di uno scatto o delle parole di un racconto. Ma è la percezione che i mondi del caffè, (così come quelli del tè, o del cacao, ecc. ) possiedono un’anima viva che ha valore etico maggiore rispetto a quello commerciale attribuito dalle Borse di Londra e New York.”