di Carlo Valentini*
RIMINI – Milano sta al fashion come Rimini sta al gelato. Sulle passerelle milanesi sfilano le top model, alla fiera di Rimini si fanno desiderare i coni debordanti che i maestri gelatai preparano con la stessa cura con cui gli stilisti vestono le loro testimonial. Non a caso lo slogan 2016 è: «Un gelato da leccare con gli occhi».
Quello del gelato è un business da 2,5 miliardi di euro, lo scorso anno si è chiuso con l’8% in più dei consumi e coi sociologi corsi a spiegare che l’italiano aggredito dalla crisi s’è rifugiato nel dolce e cosa c’è che consente un rapporto prezzo-appeal migliore del gelato? Così nel 2015 ci siamo mangiati 6 chili di gelato a testa, in totale 380 mila tonnellate, di cui 170 mila di gelato artigianale.
I gusti più richiesti sono quelli tradizionali, crema, cioccolato, frutta, mentre tra le novità svetta il gelato al gusto di gianduia e Comprital (produce ingredienti per il gelato artigianale) ci prova col gelato per il wellness, col doppio delle proteine e un basso contenuto di grassi, meno della metà rispetto a un normale gelato, per ora i gusti sono: vaniglia, cioccolato, caramello e yogurt alla fragola.
Un settore che fa prosperare anche la parallela industria delle macchine da gelato (15 aziende con 300 milioni di fatturato, l’80% dall’export), degli arredi e attrezzature per gelaterie (800 milioni di euro di fatturato), degli ingredienti e dei semilavorati (450 milioni).
A Bologna è addirittura sorta la Carpigiani gelato university. Un’ala dell’azienda (la Carpigiani produce macchine per gelato) è stata attrezzata con aule in cui si insegna (arrivano studenti perfino dalla Cina) in che modo realizzare un buon gelato. È possibile seguire le lezioni anche sul web. Ai migliori del corso viene offerto un finanziamento per aprire una gelateria in qualsiasi parte del mondo.
La principale fiera mondiale del gelato si apre domani a Rimini (fino al 27 gennaio). In programma vi è il lancio della giornata europea del gelato artigianale (si terrà il 24 marzo) che mira a salvaguardare all’estero il gelato italiano da quello falsamente tricolore e dal gusto indefinito e il battesimo di Conpait-gelato, ovvero la scuola di gelato della Confederazione pasticcieri italiana, diretta da Ida Di Biagio (titolare della gelateria Novecento di Pescara) e con sede a Pineto, in provincia di Teramo.
Spiega: «Abbiamo due obiettivi: creare un percorso formativo per gelatieri e pasticcieri che vogliono inserire il gelato nella loro offerta o migliorare il loro prodotto, e la tutela e la divulgazione del gelato artigianale, senza l’uso di semilavorati».
Qualche curiosità. Il Sigep ha ideato il primo concorso per poesie e microracconti su Twitter (@sigeprimini) dedicato al gelato: saranno premiati i tre tweet più belli (all’autore del primo: 10 chili di gelato). Poi vi sarà il battesimo del Club gelaterie amiche dei cicloturisti, un gruppo di locali dove si potranno assaporare dei gelati preparati secondo ricette elaborate da nutrizionisti per l’alimentazione degli sportivi.
Per esempio i gelati alle noci o alle nocciole ossigenano i tessuti perché contengono ferro, costituente principale dell’emoglobina. Ancora: sulla scia di Masterchef non mancano le gare, con le gelatiere al posto delle pentole.
In 13 sono in pista per la Coppa del mondo della gelateria, una decina per il Pastry queen, campionato mondiale femminile di pasticceria, e per The star of chocolate, concorso internazionale di cioccolateria.
Il cioccolato, insieme alla pasticceria, sono infatti gli altri protagonisti della rassegna fieristica (16 padiglioni, lo scorso anno i visitatori furono 187 mila). Il prezzo del biglietto d’ingresso è 55 (!) euro, il taglio del nastro è avvenuto davanti a un David di Michelangelo, 3,5 metri d’altezza, tutto in cioccolato (1.180 chilogrammi) firmato dai maestri cioccolatieri Mirco della Vecchia (è nel Guinness dei primati col cono di gelato più grande del mondo: 280 centimetri d’altezza e 70 chili di gelato) e da Giuseppe Punteri.
Un altro pasticciere al top è Gino Fabbri, presidente dell’Accademia mastri pasticcieri italiani che, a Lione, ha vinto l’ultima Coupe du Monde de la Pâtisserie. «Un successo», dice, «che premia un lungo studio sugli ingredienti e sui prodotti, la fantasia, l’abilità nel realizzarli, il gioco di squadra, quello che purtroppo spesso manca all’Italia.
Per esempio a Lione tutte le nazioni avevano dei rappresentanti ufficiali a fianco dei concorrenti, ambasciatori e consoli, l’Italia non aveva nessuno. Anche in altri importanti concorsi mi è successo lo stesso: nessuno delle istituzioni al nostro fianco. Questo mi ha sempre amareggiato molto».
Insomma, Renzi se ci sei batti un colpo. Tra l’altro, una ridondante torta-gelato made in Italy potrebbe rabbonire anche Angela Merkel, che incontrerà il 29 gennaio a Berlino. Al Sigep sono pronti per l’invio.