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martedì 05 Novembre 2024
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Sicilia, i dati Fipe: nel 2021, chiusi 1.529 locali, 1.168 ristoranti e 361 bar

Solo a Palermo e provincia si contano 168 attività in meno, da inizio 2021. Si aggiungono un centinaio di dichiarazioni di fallimento presentate dai titolari di attività di ristorazione, sulle 358 totali in Sicilia, tra gennaio e giugno, stavolta tratte dal registro delle imprese della Camera di commercio

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PALERMO – Come sta andando la ripartenza dei pubblici esercizi anche con il Covid che ha ceduto un po’ il passo a un settore terribilmente messo alla prova dalle misure di sicurezza per limitare la diffusione del virus? Non tutte le zone d’Italia hanno reagito allo stesso modo: se diamo uno sguardo alla Sicilia, prendendo come punto di riferimento proprio Palermo, i dati non sono rassicuranti. Si contano ben 168 attività in meno dall’inizio dell’anno. Un fenomeno che la Federazione italiana dei pubblici esercizi (Fipe), ha definito come il “Bollettino di una guerra che si combatte metro dopo metro”. Leggiamo i dettagli dall’articolo di Giada Lo Porto su palermo.republica.it.

Sicilia: dopo il Covid la ristorazione è in crisi

Il sentore c’era già, adesso lo rivelano i dati Fipe-Infocamere. In un anno e mezzo di pandemia nell’Isola hanno chiuso 1.529 locali, di questi 1.168 ristoranti e 361 bar. Solo a Palermo e provincia si contano 168 attività in meno, da inizio 2021. Si aggiungono un centinaio di dichiarazioni di fallimento presentate dai titolari di attività di ristorazione, sulle 358 totali in Sicilia, tra gennaio e giugno, stavolta tratte dal registro delle imprese della Camera di commercio.

«Un bollettino di guerra – lo definisce l’associazione dei pubblici esercizi Fipe – combattuta metro su metro al confine dell’incertezza, tra impatto della pandemia ed effetto delle misure restrittive che si sono abbattute con particolare intensità sul nostro settore».

Il comparto ha perso oltre un miliardo di euro

Il fatturato di ogni singola attività è crollato in media del 65%. Per alcuni ristoratori il conto è stato più impietoso: il 10% ha registrato perdite del 90-95%. Hanno provato a resistere, non ce l’hanno fatta. Hanno atteso i ristori, mai arrivati, o ricevuti solo in parte. «Pochi spiccioli» li chiamano gli imprenditori siciliani.

L’articolo completo, a questo link.

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