Settimana di ribassi per la borsa newyorchese, che ha toccato giovedì i minimi degli ultimi 17 mesi, per recuperare marginalmente nella seduta di venerdì, dopo 7 sedute consecutive in rosso: la striscia negativa più lunga da ottobre 2013.
Il principale catalizzatore dei ribassi è stato, ancora una volta, l’andamento del real, sua volta ai livelli minimi dallo scorso mese di maggio.
A incidere negativamente sulla quotazione della moneta brasiliana, questa volta, il ridimensionamento degli obiettivi di finanza pubblica del governo Rousseff, che ha tagliato il target di avanzo primario di bilancio.
Negli ultimi 12 mesi, il real si è svalutato del 33%.
Fine del superciclo
Tornando alle quotazioni degli arabica, il contratto newyorchese ha perso la settimana scorsa ulteriori 475 punti (-3,74%) chiudendo venerdì a 122,25 cents per libbra, in parziale recupero (+70 punti), dopo i minimi di giovedì.
Il calo dei corsi del caffè si inserisce in un più complesso contesto storico, segnato dalla fine del cosiddetto “superciclo” delle materie prime.
Il Bloomberg Commodity Index è ai minimi dal 2002: una situazione sui cui incidono i fondamentali economici sfavorevoli (soprattutto la minore crescita cinese), che hanno portato a una minor domanda di prodotti di base, la maggiore offerta (perlomeno per alcune commodity) grazie all’impulso dato alla produzione dai prezzi elevati e, last but not least, la rinnovata forza del dollaro.
Superdollaro
Superdollaro – la settimana scorsa, il biglietto verde ha raggiunto i massimi degli ultimi tre mesi su un paniere di valute – scoraggia gli investimenti nei prodotti di base, quotati in massima parte nella valuta americana.
A detta di Carlos Mera, analista di Rabobank, un rafforzamento ulteriore del biglietto verde potrebbe spingere ancora i più verso il basso le quotazioni degli arabica.
Intanto, il consueto sondaggio Reuters condotto presso 17 operatori del settore e analisti prevede che i prezzi del caffè risaliranno di qui a fine anno, ma rimarranno al di sotto dei livelli del 2014.
Londra in backwardation
La borsa londinese continua a evidenziare una spiccata backwardation tra la prima e la seconda posizione. Il contratto principale (settembre) ha concluso la settimana a 1.650 dollari per tonnellata (-11 punti), dopo aver toccato venerdì un intraday di 1.645 dollari, minimo delle ultime 7 settimane. Nella stessa giornata (25 luglio), il contratto per scadenza luglio è sceso sotto la soglia dei 1.800 dollari chiudendo a 1.798.
E ormai si parla di “July squeeze”: il differenziale positivo tra luglio e settembre ha raggiunto, sempre la settimana scorsa, una forbice massima di 146 dollari per tonnellata: la più ampia da febbraio 2012.
La situazione di “mercato inverso” o backwardation è all’opposto della curva forward “normale”, dove i prezzi delle scadenze più prossime sono più bassi di quelli delle scadenze più lontane (contango o forwardation).
A detta degli analisti, tale situazione di mercato inverso, che sussiste ormai da metà giugno e si è accentuata nel corso di questo mese, riflette l’iniziativa di uno o più player di mercato, che hanno intensificato gli acquisti (soprattutto a partire da luglio) creando una sorta di reazione a catena.
Chocfinger e i suoi memorabili squeeze
Il più memorabile squeeze di mercato recente è stato orchestrato, nel 2009, da Anthony Ward, co-fondatore della Armajaro hedge fund. Ward, soprannominato anche Chocfinger per le celebri speculazioni compiute nel mercato del cacao (nel 2010 mise le mani su 240 mila tonnellate di cacao influenzando l’andamento del mercato mondiale), riuscì allora a portare il differenziale tra prima e seconda posizione a 360 dollari.
Precedenti squeeze – intervenuti nel 2006 e nel 2007 – portarono a differenziali massimi nell’ordine, rispettivamente, dei 430 e 520 dollari.
Sino all’ultimo secondo
I dati di mercoledì scorso indicavano un open interest di 2.569 contratti sulla scadenza luglio. Generalmente, l’open interest (ossia a il numero di contratti, sia long che short, aperti in uno specifico momento temporale) si riduce sino quasi allo zero all’approssimarsi della scadenza del contratto.
Ma c’è chi aspetterà sino all’ultimo secondo prima di effettuare il roll over – osservava la settimana scorsa un trader intervistato dal Financial Times.
Scandali e regole
L’anomalo andamento del mercato londinese interviene in un momento in cui sono ancora vivi i clamori suscitati nel mondo della finanza britannica dagli scandali Libor e Forex, nonché dalle manipolazioni sul fixing dell’oro.
Il dibattito tra legislatori europei e americani sull’introduzione di nuove regole nel trading delle materie prime è apertissimo.
Va precisato che i limiti massimi sono estremamente diversi tra Ice Arabica e Ice Robusta: 500 lotti (1 lotto = 37.500 libbre, circa 17 tonnellate) detenibili sul front month per New York, mentre il limite di consegna è di 7.500 lotti (1 lotto = 10 tonnellate) per Londra.