MILANO – Poche cose eguagliano il piacere del profumo di una tazza di caffè al mattino. Se poi questo caffè oltre a essere buono è anche sostenibile, il piacere non puo’ che raddoppiare.
Nessuno lo sa meglio di un italiano: per un espresso che sia all’altezza del suo nome, la quantita di caffè ideale è sette grammi di miscela. Nasce da qui l’idea della campagna di crowdfunding “7 grams of pleasure” (sette grammi di piacere).
L’idea di Giovanni Palombi, ideatore della campagna, è di realizzare capsule per la Nespresso utilizzando materiale organico e compostabile. Le capsule conterranno ciascuna sette grammi di miscela, e saranno interamente riciclabili.
Il caffè che riempirebbe le capsule sarebbe quello prodotto nelle torrefazioni, valorizzando così le realtà locali.
Per quanto infatti la qualità media del prodotto sia generalmente molto alta, le torrefazioni non possono distribuire i caffè in capsule, a causa del costo eccessivo che avrebbe sulla loro catena produttiva.
Una passione per il caffè e per la sostenibilità
“L’idea è nata da un mio pensiero personale, essendo io un consumatore di caffè in capsule che ha una coscienza ecologica”, racconta Giovanni Palombi.
“Ogni giorno tento di far rientrare le capsule nel circolo del normale riciclo dei rifiuti, separando alluminio, plastica e caffè che compongono le singole capsule dopo il loro consumo”.
Un impegno del genere, ammette Giovanni, toglie tuttavia la comodità principale a questo tipo di consumo: poter bere un espresso a casa propria ad un costo accettabile e in maniera veloce. Da qui l’idea di realizzare delle capsule compostabili.
La campagna “Sette grammi di piacere” resterà aperta per i prossimi due mesi. Con i fondi raccolti sarà finanziata la prima fase del progetto – quella di prototipazione. Nella torrefazione di Arduino verrà realizzato un primo impianto di produzione. Sarà inoltre creato un sito web su cui poter comprare le capsule. Il negozio online sarà collegato alla torrefazione, in modo da permettere la macinazione del caffè nell’esatto momento dell’ordine.
Il progetto, tuttavia, guarda già al futuro. A lungo termine si è preventivato di realizzare impianti di produzione ad alta automazione e che abbiano impatti ridottissimi. Tanto dal punto di vista del prodotto quanto da quello del consumo energetico.
Inoltre, sono previsti contatti con le scuole del territorio, per diffondere consapevolezza su temi come quello della circular economy.
L’impatto del progetto
Se portato avanti su larga scala, l’impatto del progetto sarebbe considerevole. Basti infatti pensare che nel mondo ogni anno vengono prodotte più di 10 miliardi di capsule di caffè in plastica e/o alluminio. E le difficoltà di smaltimento costituiscono un problema da risolvere.
Inoltre, evidenzia Giovanni Palombi, trattare le capsule come un rifiuto indifferenziato “non è solo un danno ma è da considerarsi un enorme spreco, considerando che queste ultime contengono caffè esausto che è utilizzabile per realizzare fertilizzanti naturali molto ricchi di minerali”.
Il progetto “Sette grammi di piacere” è molto ambizioso, ma concettualmente in linea con gli obiettivi del brand Nespresso, da sempre impegnato sul fronte della sostenibilità. Ne è esempio il programma The Positive Cup, attivo dal 2011 e dedicato alla raccolta e al riciclo delle capsule usate.
Negli anni, The Positive Cup ha permesso di raccogliere 2.062 tonnellate di capsule in alluminio e di donare oltre 1.801 quintali di riso a Banco Alimentare Lombardia.
Grazie a questo programma, l’alluminio delle capsule viene riciclato al 100%. Il caffè, invece, è utilizzato come fertilizzante nella risaia di Roncaia (Pavia).
Il riso coltivato viene poi acquistato da Nespresso e donato a Banco Alimentare Lombardia, che a sua volta lo distribuisce attraverso gli enti caritativi convenzionati.
Adriana Farenga