domenica 22 Dicembre 2024
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Serena Falcitano: «Da barista, ogni giorno è una nuova sfida da affrontare che pochi capiscono»

Dietro una grande tazzina una grande barista: attualmente impegnata nel campionato cup tasting 2020, e tutti i giorni in prima linea per diffondere la cultura del caffè di qualità dietro al bancone della notissima caffetteria Ditta Artigianale di Firenze

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MILANO – La barista che dal Nord si trasferisce al Centro Italia per lavoro (un viaggio un po’ al contrario rispetto alla solita storia). Serena Falcitano vuole fare la barista sul serio e, per questo motivo, entra a far parte del team di Ditta Artigianale di Francesco Sanapo. Nella caffetteria specialty di Firenze mette alla prova ogni giorno le sue competenze e trasmette la passione per la bevanda di qualità da dietro il bancone.

Serena Falcitano: che cos’è per lei il caffè? Un ricordo, un’abitudine, un tramite?

“Il caffè è legato al ricordo dei miei nonni materni di Salerno. Quando vivevo vicino a loro, da piccola, mi piaceva osservare mia nonna preparare la moka. Vedere come preparava la “crema”, con lo zucchero e con il primo caffè che usciva. Un’usanza che ancora oggi replica mia madre, soprattutto quando ritorno a casa. E, nonostante solitamente non beva il caffè con zucchero, quando sono in famiglia mi concedo questa coccola, proprio come tanti anni fa.”

Potrebbe descrivere il suo mestiere?

“Il barista è un mestiere che pochi capiscono davvero, in quanto viene considerato semplice da imparare e da svolgere;  nonché fattibile da qualsiasi persona ed a tutte le età. Invece per me è un lavoro molto dinamico e necessita di formazione costantemente.

Inoltre, per me è fondamentale educare il cliente, spiegandogli ciò che gli viene servito e tutto ciò che c’è dietro ad una tazzina di caffè. (coltivazione, tostatura, pulizia attrezzature, ecc..). Ogni giorno per me è una nuova sfida da affrontare.”

Quando Serena Falcitano ha deciso che il caffè, la cultura del caffè avrebbe potuto essere la sua strada professionale

“Dopo aver frequentato un corso di Caffetteria Base con Luigi Lupi e Chiara Bergonzi, in Musetti (Piacenza). Con loro ho bevuto per la prima volta un caffè senza zucchero e mi si è aperto un “Mondo” che fino ad allora ignoravo  e nemmeno immaginavo.  Diventai molto curiosa di questo mondo e volevo assolutamente apprendere il più possibile
e trasmetterlo a chi non ne fosse a conoscenza.”

E’ stata solo una scelta lavorativa oppure di vita?

“Decisamente è stata una scelta di vita. Circa 4 anni fa avevo lasciato il mio lavoro fisso da tecnico informatico perché desideravo esser più dinamica e motivata. L’idea di poter diventare una Barista formata mi entusiasmava moltissimo.  E’ stata una scelta di vita perché mi sono completamente dedicata a questo mondo; non solo durante l’orario di lavoro ma anche oltre, nei giorni di riposo e durante le ferie.”

C’è stato un episodio particolare in cui ha pensato di non farcela e perché?

“Ci sono stati diversi episodi in questi 4 anni.  Il più recente è stato quando mi son trasferita a Firenze, un anno fa,  ero da sola, lontano da casa, nessun amico/a accanto. Dovevo contare solo sulle mie forze. Dovevo affrontare un ritmo di lavoro più intenso e stressante, al quale non ero abituata.  E’ stato difficile e spesso ho pensato di non riuscire a farcela.

La chiave per superare questi momenti, è avere fiducia in se stessi e la consapevolezza di poter superare gli ostacoli, avendo tanta passione e determinazione.  E guardando dove sono arrivata adesso, direi che quei momenti mi hanno sicuramente reso più forte di prima.”

Che cosa direbbe a quella se stessa del passata, in difficoltà?
“Di aver più di fiducia in se stessa e di seguire sempre i propri sogni ed obiettivi.”

E invece, alle giovani donne che vogliono essere protagoniste nel settore del caffè?

Risponde Serena Falcitano: “Di concentrarsi sull’obiettivo e di perseverare sempre.  Mai arrendersi agli ostacoli ed imprevisti. Se si ha una forte passione e voglia di imparare, andranno molto lontano.  E sopratutto fare corsi, documentarsi, rimanere sempre aggiornati sull’evoluzione del mondo del caffè.”

La giornata tipo di Serena Falcitano

“Lavorando su turni di volta in volta programmo le giornate. Solitamente sveglia 5.30-6.00, mi piace arrivare circa mezzora prima a lavoro,  preparo il banco e la macchina del caffè, senza fretta.  Nel pomeriggio, dopo lavoro, sbrigo commissioni (per lavoro o personali), capita anche che mi trattengo a lavoro, dipende dalle giornate.  Poi cerco di allenarmi a casa (corpo libero) in quanto non vado in palestra al momento, poi cena e Netflix. Da quando sono a Firenze, mi piace dedicarmi del tempo, cosa che prima non facevo abbastanza.”

Pensa che, all’interno del suo ambito professionale, sia stato più difficile come donna, affermarsi?

“Personalmente non ho trovato difficoltà. Non ho mai pensato che essendo donna fossi svantaggiata in questo settore. Ho sempre saputo cosa volevo fare e son sempre stata molto determinata per raggiungere gli obiettivi.”

Come ha visto evolversi il settore del caffè nel suo ambito specifico professionale?

“Sicuramente in Italia stanno crescendo notevolmente le caffetterie specialty e  le caffetterie “normali” cercano di migliorare, sopratutto facendo formazione.  Ci vorrà ancora del tempo. L’importante è crederci, continuando a migliorare sempre di più.”

Come intende la giornata internazionale del caffè? 
“Il primo ottobre ero in ferie e l’ho voluto trascorrere a Milano,  salutando i miei vecchi colleghi e amici del mondo del caffè.”

Qual è il tocco femminile che aggiunge qualcosa in più al suo lavoro?

“Il sorriso di una donna, la gentilezza ed entusiasmo sono sicuramente il tocco in più che fa la differenza in questo lavoro. Nonché la cura dei dettagli, questa non viene lasciata mai al caso.”

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