MILANO – Meno caffè brasiliano sui mercati di tutto il mondo, non per il Coronavirus, bensì a causa della minor produzione di arabica, legata ai consueti fattori ciclici: secondo i dati di Cecafé, l’export brasiliano di caffè in tutte le forme registra infatti a febbraio una flessione del 24,3%, a 2.704.974 sacchi, contro gli oltre 3 milioni e mezzo registrati nello stesso mese dell’anno scorso.
Gli imbarchi di caffè verde segnano un -25,7% a 2.423.360 sacchi. A diminuire è l’export di caffè arabica (-27,7%), mentre quello di robusta evidenzia un lieve incremento (+3,3%) e raggiunge i suoi massimi, per questo mese, dal 2015.
Segna il passo anche l’export di caffè trasformato (-9,6%) costituito soprattutto da solubile.
Pur in consistente calo (12,3%), le esportazioni dei primi due mesi del 2020 risultano inferiori soltanto a quello record dell’anno scorso e si mantengono ben al di sopra della media degli ultimi anni.
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