Aperto in via Amendola a Torino il primo locale in Italia (foto) dove bere un cappuccino, pranzare e coccolare un micio. La moda, nata in Giappone con i “Neko Cafè”, ha conquistato l’Europa. Quello di Torino è il primo in Italia
TORINO – Carlotta ha sei anni, Federico cinque. Ieri sera erano i più agitati: si muovevano da un tavolo all’altro, anzi sotto i tavoli. Andavano alla ricerca di Freddy, il gatto che con aria un po’ scostante era salito sulle scale e li guardava dall’alto in basso.
Tra i tavoli Una normale scena da aperitivo al MiaGola Caffè, il «primo bar» con i gatti in Italia. Ieri i sei mici hanno fatto la loro presentazione ufficiale insieme alla proprietaria, Andrea Levine. Lei, un’americana trapiantata a Torino, ha saputo trasformare la sua passione in un lavoro, portando anche da noi questa idea nata in Giappone che negli anni scorsi ha conquistato l’Europa. «Dietro a questo locale – spiega – c’è la mia idea di educare al rispetto per gli animali».
Andrea, esile e stretta in un abito turchese, tradiva qualche emozione mentre raccontava di Barney: «L’ho preso al gattile – diceva – La sua è una storia particolare: gli mancano due falangi in una zampa». Con lui ci sono Mia, che è diventata la «fidanzata» di Barney, lo sorveglia e lo controlla mentre sta comoda nel suo cassetto inchiodato al muro, come un quadro che sporge dalla parete. Di cassetti così, al MiaGola ce ne sono una decina: sono stati sistemati in modo che i gatti ci possano salire, e starsene tranquilli quando non ne possono più delle coccole degli avventori.
«Guarda, Barney sembra il nostro Alfio!», strilla Sara. Il gatto, pelo nero e lungo, per un po’ si fa inseguire, poi si posiziona su un gradino e si lascia accarezzare.
L’anteprima L’apertura ufficiale al pubblico è sabato 21 marzo, quello di giovedì è stato una sorta di vernissage. «Abbiamo voluto questa serata per preparare un po’ i gatti a quello che li aspetta nei giorni seguenti», spiega Andrea. «Il primo che abbiamo scelto è stato Barney che per un po’ ha vissuto a casa di una mia amica – racconta -. Lì poi ha incontrato gli altri gatti del gruppo». Così è nata la piccola colonia che ora vivrà stabilmente in via Amendola.
Tutti i gatti del bar hanno alle spalle una vita difficile. Alcuni sono rimasti soli dopo la morte della proprietaria: a vivevano gia insieme ed è stato più facile farli abituare ai nuovi compagni. «Volevo che questo bar lanciasse anche un messaggio: noi abbiamo salvato dei gatti in difficoltà», dice Andrea.
Tra i tavoli è stato tutto un cercare gli animali per una carezza. Sissi era forse la più socievole, faceva fusa a tutti, a tutti quelli che la scovavano nel suo «castello», la cuccia del tiragraffi, uno di quei trespoli che piacciono moltissimo ai mici.
Freddy si lascia coccolare da Federico, e il bambino cerca di convincere la mamma a comprare un micio tutto per lui. «Verremo qui molto spesso – dice lei – ma per ora a casa no».
«Qui vogliamo anche fare educazione in questo senso – commenta Andrea – per questo al piano superiore prevediamo conferenze di veterinari e comportamentalisti. Sarà un luogo dove parlare di convivenza con gli animali. Tutti gli animali, non solo i gatti».
Gli «altri» E i cani? Non c’è posto per loro al MiaGola Caffè? «Dentro no. Ma abbiamo un videowall dove sono proiettate le video adozioni della zampa.it, il sito della “Stampa” dedicato agli animali. E avremo un dehors estivo con ciotole per l’acqua».
Ieri sera tra i clienti c’erano anche facce conosciute: politici e funzionari. «Sì, c’è il direttore della filiale dove ho il conto – ride Andrea -, è qui con la famiglia, ha creduto in me in questo progetto, che per me non è solo un modo per fare affari, è il progetto di una vita».