MILANO – Immaginiamo che la nuova proposta di legge presentata al Parlamento da alcuni mebri del PD farà molto discutere.
Nella giornata di ieri Umberto D’Ottavio, Massimo Fiorio e Luigi Dallai hanno presentato un nuovo disegno di legge il cui obiettivo è vietare la somministrazione dei cibi poco salutari all’interno delle scuole.
La proposta di legge quindi va a colpire le famose macchinette che distribuiscono patatine, bibite gassate e barrette di cioccolata ad insegnanti e studenti.
L’obiettivo è di incentivare gli studenti, ma anche i docenti, a seguire una dieta che sia in linea con gli standard della corretta alimentazione attraverso una riscoperta delle merendine “salutari” e dei prodotti provenienti dall’orto.
Ma quali sono i cibi vietati? Come cambierà la somministrazione di cibi nelle scuole se le macchinette verranno messe “al bando”? Vediamo nel dettaglio quali sono i cibi poco salutari inseriti nella “black list” e quali misure introdurrebbe la nuova legge all’interno degli istituti scolastici.
Scuola, vietati i cibi poco salutari: quali?
Il testo della nuova legge ci dà tutte le informazioni su quali sono i cibi che non potranno più essere somministrati dai distributori automatici e dai bar presenti in alcuni istituti.
Nel dettaglio, la norma indica che:
“È vietata la somministrazione, mediante distributori automatici situati negli istituti scolastici e in altri luoghi pubblici abitualmente frequentati da minori, di alimenti e bevande contenenti un elevato apporto totale di acidi grassi saturi, di acidi grassi trans, di zuccheri semplici aggiunti, di sodio, di nitriti e di nitrati utilizzati come additivi, di dolcificanti, di teina, di caffeina, di taurina e di altre sostanze”.
Quindi addio ai prodotti che contengono olio di palma o di colza (grassi saturi), ma anche alle bevande gassate che hanno un contenuto elevato di caffeina come Coca Cola ed Energy Drink (Red Bull).
Fuori anche le patatine fritte e altri snack salati; insomma, qualora la nuova legge venisse approvata rimarrebbero solamente alcuni prodotti tra quelli che ad oggi sono distribuiti nelle scuole.
Sarà un “tavolo interdisciplinare” a stabilira la Black list dei cibi che non potranno essere somministrati nelle scuole. A questo spetterà anche il compito di aggiornare l’elenco delle sostanze vietate e di stabilire un limite per la presenza delle sostanze considerate a rischio.
Scuola: qual è l’obiettivo della nuova legge?
Qualora la nuova legge venisse approvata ci sarebbero molte polemiche sia da parte degli studenti che non potranno più mangiare quello che vogliono, sia da parte dei titolari dei distributori alimentari che potrebbero essere penalizzati dalle nuove restrizioni.
L’obiettivo della nuova legge però è molto “nobile”, come spiegato dal deputato Fiorio della commissione Agricoltura. Questo, sottolineando che il cambiamento avverrà in maniera graduale, ha dichiarato:
“Associazioni, il mondo scolastico, il mondo agricolo possono intervenire partecipando a un dibattito: qual e’ la migliore alimentazione per i nostri figli. Questo è un paese ricco di biodiversità. Ci sono produttori agricoli che consentono una distribuzione capillare. Non vogliamo penalizzare nessuno, ma dare un incentivo al cibo che si consuma nelle scuole. Vogliamo reimpostare la distribuzione automatica, con la possibilità di accedere all’orto fresco come già accade in alcune realtà scolastiche.”
Quindi, come linea di riferimento per i prodotti da distribuire nelle scuole bisognerà basarsi sulle linee guida del Ministero che già valgono per le mense scolastiche.
Nel dettaglio, potrà essere venduta frutta fresca, yogurt e “tutti elementi che possono essere apprezzati dal punto di vista del gusto e che sono anche buoni, nel senso che sono naturali e possono provenire da una filiera corta”.
Infine, Fiorio ha teso la mano a chi lavora nella distribuzione di alimenti della scuola, sottolineando che la nuova legge terrà conto anche dei loro interessi. Per questo motivo determinati cibi non verranno esclusi totalmente, ma “la prospettiva è di ridurre in maniera significativa la possibilità di approvvigionarsi di questi cibi che sicuramente non sono i più appropriati da inserire nelle scuole”.