Abbiamo chiesto a Dario Ciarlantini un commento sugli eventi ai quali ha partecipato come Coordinatore nazionale Scae Italia.
Bellissimo vedere tanti rappresentanti di aziende illustri dell’Italia del caffè tutte insieme, ad ascoltare, a capire, a condividere, a sperare.
Ritorno dal MUMAC di Binasco dove si è svolto lo storico primo incontro del nuovo Comitato Italiano del Caffè riportandomi questa sensazione piacevole di fermento e di entusiasmo: si sente che nell’aria c’è qualcosa di frizzante, qualcosa “che si muove”, pungolati forse dall’ottimo intervento di Maurizio Giuli che, dati alla mano, ci ha aperto una finestra sul mondo; stimolati dall’imminente EXPO con all’interno una storica edizione della HOST.
Ho incontrato torrefattori carichi di entusiasmo, di voglia di fare, di contribuire, che dicono <<stavolta è la volta buona, le carte ci sono tutte>>, aziende che vedono quest’anno come l’anno del rilancio.
Stesse sensazioni le ho recepite durante le mie tavole rotonde con i Soci Aziende della SCAE Italia a Milano e Trieste, in un ambiente più amichevole e informale.
La positività era il filo conduttore che però non ci ha fatto perdere di vista la fattibilità di ogni proposta, le necessità e le finalità di ogni idea.
Mi riporto un paio di spunti: <<… sappiamo che la materia prima non incide poi così tanto sul prezzo della tazzina…>> ah bene, allora possiamo anche iniziare ad alzare il livello qualitativo delle miscele base ed eliminare qualche caffè verde a bassissimo costo; <<… prima di tutto dobbiamo educare il consumatore…>> ah bene, quindi si può pensare di investire sul trasmettere e far assimilare al consumatore la differenza tra una miscela buona e una meno.
Queste sono state le mie reazioni immediate, ma ripensandoci sono curioso di vedere le reazioni/azioni degli operatori, specialmente dei torrefattori che sono di gran lunga in numero maggiore tra i vari operatori del caffè, mi piacerebbe vedere qualcosa di non eclatante ma almeno un piccolo segno, qualche colpo di orgoglio, magari un’idea, un cambio di rotta: qualcosa che mi/ci stupisca … nel bene.
Come tutti anche io ho la mia personale idea di soluzione e passa dall’unione, dalle idee e dalla positività.
In un certo senso il mio compito è più agevole dei miei colleghi perché la SCAE ha già nel suo DNA il concetto di tendere all’eccellenza e lo spirito di proposta, ma io conosco due Italie: una quella del lamento e aspetta che associazioni e governo facciano qualcosa, o quantomeno che dicano cosa fare; un’altra che agisce prima di chiedere, quella che non vive di solo denaro ma anche di sogni, di storia, quella dell’orgoglio e dell’ingegno, quella che non si nasconde dietro al “così fan tutti” oppure “io sono piccolo, inizino gli altri”, io amo l’Italia dell’esempio, che rischia in nome del sentimento, del calore del cuore, dell’intuito, che da ogni crisi trova la soluzione, l’Italia che non piange ma va avanti fiera di quello che ha fatto e orgogliosa di quello che farà.
Rendetemi orgoglioso di essere italiano e non solo di rappresentare la SCAE.