Il Conte Giorgio Caballini di Sassoferrato ci ha scritto questa precisazione in merito a che cosa intenda la legge italiana per caffè.
Lo ringraziamo.
Il D.P.R. 16/02/1973 n.470 – G.U. 08/08 n.204, Regolamento per la disciplina igienica della produzione e del commercio del caffè e dei suoi derivati, stabilisce quanto segue :
“Si intendono, per caffè crudo o caffè verde, i chicchi privati dell’endocarpo pergamino appartenenti ad una delle seguenti specie del genere coffea : coffea arabica coffea canephora (conosciuta come robusta) coffea liberica”;
“per caffè torrefatto si intende il prodotto ottenuto dalla torrefazione del caffè crudo appartenente alle specie di cui sopra”.
Il caffè piace ed allora molti produttori di articoli diversi utilizzano il termine caffè in modo improprio e presentano il loro prodotto anteponendo la parola caffè ad un qualcosa che assolutamente non lo è.
L’esempio più eclatante e diffuso è il “caffè d’orzo”. E’ un’eresia ed a mio avviso si vuol far apparire un prodotto alimentare dotato di caratteristiche diverse da quelle che il prodotto in realtà possiede, presentandolo con un profilo e delle tipicità più pregiate e specifiche del caffè.
Tale azione potrebbe essere considerata una contraffazione e potrebbe essere sanzionata sia dal codice civile che penale.
Si cerca di magnificare indebitamente un prodotto alimentare attribuendogli delle caratteristiche che non ha.
Nessuno vuole sminuire la bontà di una bevanda a base d’orzo, ma non chiamatela più “caffè d’orzo”.
Il prodotto che ha il diritto di fregiarsi del nome caffè appartiene solo, come sopra detto, alle tre specie Arabica, Robusta e Liberica.
Ritengo che il G.I.T.C. (Gruppo Italiano torrefattori di caffè) e tutti i soci appartenenti allo stesso, nonché tutti gli interessati al settore, si debbano fare portavoce di una campagna che chiarisca a tutti i livelli che il caffè è e deve essere solo il caffè.
Mi sono deciso a scrivere questo breve articolo perché, pare, stiano entrando in commercio il “caffè di mais” e di altri prodotti che con il nero chicco non c’entrano nulla e prima che taluni possano fare dei gravi errori in proposito è meglio l’argomento venga chiarito.
Il caffè deve essere come detto solo “CAFFÈ”. Dovremo farci tutti promotori di una campagna informativa e tutelare il ns. prodotto coinvolgendo, se servirà, le autorità sanitarie locali, i N.A.S., l’Ispettorato centrale per il controllo della qualità dei prodotti agroalimentari e tutti gli enti e gli organismi posti a tutela della veridicità di quanto viene venduto.
Buon caffè espresso italiano tradizionale a tutti !
Giorgio Caballini di Sassoferrato
Presidente del G.I.T.C.
Presidente del Consorzio di Tutela del caffè espresso italiano tradizionale