di Antonio Schiavon (nella foto)
Se “la Cina è vicina” la Francia lo è di più. Eppure poche Aziende italiane vendono come potrebbero.
Le scusanti sono presto dette: la cultura del caffè non ha ancora raggiunto livelli importanti.
Questo è sicuramente evidente: la cucina francese e i prodotti vinicoli sono inimitabili (nel bene e nel male) ma c’è uno scarto forte tra come si mangia e si beve e il caffè che viene propinato al termine dell’esperienza gastronomica.
I bar francesi si presentano spesso con macchine da caffè obsolete, macinacaffè con decenni di onorato servizio e varie “vecchie cose di pessimo gusto”.
I manutentori delle macchine da caffè sono pressoché scomparsi dall’Esagono e le grandi aziende della birra si contendono il mercato assieme ad una manciata di grandi torrefattori.
Eppure la cultura del caffè non è stata ghigliottinata e la sua testa non è rotolata nel canestro.
C’è un dinamico Comitato del caffè che organizza un congresso annuale con fiera annessa (FOTO sopra).
Ci siamo recati a Lione per capirne il senso.
Naturalmente la Francia è improntata ad una forte centralizzazione. Eppure le tipicità locali emergono anche a livello di importanza di torrefattori locali.
La consueta contrapposizione tra Parigi e la “province” (quello che non è Ville Lumiere è periferia…insomma) non ha più ragion d’essere. Almeno a livello di caffè.
Emergono piccole torrefazioni e si cominciano a notare macchine da caffè con prestazioni importanti.
La Marzocco era visibile in più di uno stand, così come la Nuova Simonelli. E c’era anche la gloriosa Gaggia. Che proponeva prodotti tradizionali come pure la macchine superautomatiche da casa e per il vending.
Vista anche la rinata Brasilia del gruppo Bianchi. E poi La Spaziale e, in realtà, pochi altri.
Molti visibili i produttori locali: Conti e Reneka, come la Società nizzarda Unic. Che, come ricordano i più informati, è nata a Torino. Ma si è ritrovata a trasferirsi Oltralpe per complicate vicende storiche.
Ancora più attivi, ovviamente i ricambisti. Vista anche la condizione museale di molti pubblici esercizi.
Purtroppo non tutti gli operatori italiani di questo ambito sono ancora presenti. E questo determina una polarizzazione dei venditori di ricambi.
A chi non c’era un suggerimento: la Francia è un mercato centrale in Europa. Giusto per ribadire una ovvietà. Ma è necessario farlo perché c’è ancora chi teme una poco sportiva testata. Quando si nominano i francesi. E l’incontro annuale del Comitato Francese del Caffè offre una occasione, ad un costo irrisorio, per affacciarsi tra i “cugini”.
E se saranno buoni affari la scelta sarà tra lo champagne e il prosecco.
Antonio Schiavon