Sul quotidiano economico il Sole 24 Ore è apparso un documentato articolo su una delle tendenze in atto, quella del caffè estratto lentamente. Ve lo proponiamo. I molti locali italiani che usano questa tecnica e non citati potranno utilmente inviare una loro nota sempre accompagnata da una fotografia o dal marchio del locale.
Un caffè del valore di 100mila dollari. Lo ha finanziato e lanciato negli Stati Uniti il n.1 del crowdfunding on-line, Kickstarter, la più famosa piattaforma internazionale di finanziamento collettivo (l’altra è Indiegogo) alla quale Craighton Berman, designer e
trend setter di Chicago, si era rivolto per avere i fondi necessari per produrre una caffettiera a funzionamento manuale a pressione.
In realtà più che la caffettiera – peraltro molto bella – agli astuti selezionatori di Kickstarter erano piaciuta l’opportunità di poter finalmente finanziare proposte dell’area-food, sempre più di moda, e non solo strampalati oggetti hi-tech.
E infatti nei primi tre mesi la proposta di Berman ha raccolto ben 10.035 dollari dai contributors ed è diventata la prima caffettiera manuale negli States (99 dollari, www.craightonberman.com).
12 ore di infusione
Quello che sembrava essere soprattutto un oggetto di successo, è divenuto il simbolo di un modo di vivere la casa e il fuori casa con una gioiosa lentezza e con gli amici: sorbire lentamente il caffè e non trangugiarlo in fretta, gustare e non “divorare” i cibi, in omaggio a quel Slow Food nato in Italia e ormai diffuso in tutto il mondo.
«Perché – ci dichiara Berman – il fast food è un’ossessione culturale». Per avere un caffè come questo, ogni volta unico e speciale, occorrono la miscela macinata un secondo prima e un’infusione a freddo goccia a goccia di 12 ore…..
Il rito dell’infuso (grazie al moltiplicarsi di MCM simili ma non così lente) è richiesto da qualche tempo nelle social coffe house non solo dell’intellettuale Chicago, persino nella frenetica New York.
Al Caffè Streets, sempre di Chicago, con il suo motto Live social, drink local, e arredi strepitosamente ibridi, servono accanto ai classici espresso, cappuccino, caffè macchiato, anche l’infuso targato Craighton.
Al Trieste di San Francisco, un’atmosfera italiana molto rilassata con un caffè e miscele eccellenti per qualità e varietà, juke box vecchio e autentico mentre al Le Gagibi a Monreal, in Canada, abbiamo visto mescolarsi riti lenti e una umanità mista di piacevole cordialità.
L’elogio della lentezza
Queste social coffee house sono spesso spartanamente famigliari, o allegramente caotiche, quasi tutte con nomi evocanti l’italianità dell’origine del caffè per eccellenza, l’espresso e anche con la presenza della napoletana e della Moka.
Spontaneamente fiorita tra New York, Copenhagen, Chicago e persino Shanghai, non senza aver toccato Tokio – patria della lentezza – l’onda MCM nasce da una precisa richiesta. La qualità di ciò che mangiamo e beviamo garantita in casa dalla preparazione manuale (www.manuals.is).
A Vienna, ancora sede dei più bei caffè di meditazione del mondo, le osterie di campagna dei dintorni, le mitiche Heuriger, servono il vino novello da bere molto lentamente, in silenzio, sbocconcellando ancor più lentamente il panino al salame fatto a mano.
Il macinino manuale da viaggio
Ed ecco la MCM addirittura portatile, la Aeropress inventata nel 2005 da Alan Adler con Aromata, il macinino a mano; l’iconico sito di New York, Food52 del the Village Voice si dilunga su celebrazioni dei chicchi, della qualità delle caffettiere-filtro, in attesa che dal 25 al 27 settembre si svolga The New York Coffee Festival.
Un’équipe di una decina di esperti, quasi tutti celebrati baristi, si mobilita litigando per ore e ore per testare il Best Coffee Maker (per la cronaca il modello Bonavita 1900TS9). Dalla Danimarca arriva finalmente in Italia il caffè lento da strada, Wheelys, un bici-bar-caffè mobile piccolo piccolo mosso da pedali e dal sole, inventato da un gruppo di fantasiosi creativi, The Nordic Society for Invention and Discovery.
In Italia la prima Ristobottega da meditazione, Langhiparma, con i prodotti – e il caffè – del food più illustre al mondo quello del quadrilatero Modena, Reggio, Parma, dopo 4 anni di successi, ha ceduto (per ora) solo alla crisi.
Paola Guidi