PARIGI – I vicini di casa francesi si portano avanti in materia di scontrini: una ricevuta fiscale che sta diventando sempre più obsoleta, complice anche la diffusione del Covid che ha spinto i pubblici esercizi a forme di pagamento alternative e sempre meno fisiche. In Francia la decisione obbligatoria: dal 2023, addio agli scontrini cartacei. Una soluzione drastica, che però comporta diversi vantaggi, a partire dalla questione ambientale: meno cartaccia a inquinare la natura e minor rischio di salute per chi li maneggia tutto il giorno. La notizia da greenme.it.
Scontrini addio: il 2023 in Francia è senza carta
Il prossimo anno inizierà senza scontrini, almeno in Francia: ai sensi dell’articolo 541-15-10 del Codice Ambientale, le ricevute cartacee sia nei pubblici esercizi che alle vending machine, non saranno più erogate al cliente finale. Questa novità è in linea con altre misure di questo tipo volute dalla Francia a tutela dell’ambiente.
In effetti, all’anno, vengono prodotte tonnellate di carta a causa delle emissioni di scontrini che non solo contribuiscono alla deforestazione, ma poi finiscono come rifiuti a inquinare la natura. Ma non è tutto qui, perché sono dannosi anche per la salute dell’uomo: a confermarlo è uno studio che ha dimostrato come il 90% degli scontrini fiscali avrebbero al loro interno un interferente endocrino (ovvero, causa disequilibrio ormonale e può contribuire allo sviluppo di diverse patologie, come il cancro per gli organi ormo-dipendenti, obesità, infertilità), che si chiama bisfenolo-A.
Addio quindi a questa modalità
Non si potrà più stampare la ricevuta fiscale, salvo il caso in cui il cliente ne faccia esplicita richiesta. Ovviamente, come spesso succede in questi casi, la nuova misura non trova tutti d’accordo: gli scontrini ad alcune associazioni di consumatori sembrano necessari come strumento di verifica e di rimborso. Ad altri invece, sembra una buona soluzione per aiutare l’ambiente (esattamente come gli altri provvedimenti che in Francia per esempio, hanno fatto cessare la vendita di prodotti in plastica usa e getta anche in uffici e sale congressi).