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Cristina Scocchia, illycaffè: “Dall’anno prossimo non potremo più importare caffè dall’Etiopia se non interviene il Governo”

L'amministratore delegato: “Se non ci saranno proroghe dall’Europa o interventi da parte delle istituzioni nazionali, aziende come la nostra dovranno smettere di comprare in Etiopia. E questo avrà delle ripercussioni sull’economia del Paese africano: oggi viene esportato in Europa il 40% di tutto il caffè coltivato in Etiopia e la sua produzione dà lavoro, si stima, a un numero compreso fra i 2 e i 5,5 milioni di contadini"

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MILANO – Cristina Scocchia, amministratore delegato di illycaffè, ha reso note le sue preoccupazioni sul mercato del caffè etiope in merito all’entrata in vigore del Regolamento sulla deforestazione, la normativa europea che, a partire dal prossimo anno, impedirà alle aziende d’Europa di rifornirsi di alcune materie prime se non sono state prodotte nel rispetto dei diritti umani.

Cristina Scocchia sul mercato del caffè in Etiopia

Ma c’è di più: le materie in questione devono anche considerare tutte le normative di legge del Paese d’origine e, inoltre, per la loro produzione, non devono essere utilizzati terreni oggetto di deforestazione successivi al 31 dicembre 2020.

Purtroppo il Governo etiope sta tardando nell’obiettivo di adeguarsi a queste misure.

Scocchia scende nel dettaglio, come riportato da Il Sole 24 Ore: “Per poter verificare se le piantagioni da cui acquistiamo il caffè sono frutto di deforestazione successiva al 2020 ci servono per esempio le coordinate Gps della piantagioni, poi occorre poter mandare fisicamente qualcuno che possa entrare nei terreni e verificare di persona il rispetto delle normative nazionali e di quelle sui diritti umani. Ad oggi l’Etiopia non è ancora riuscita ad arrivarci per molteplici ragioni. E noi abbiamo tempi stretti: il caffè viene comprato fra i 6 e i 9 mesi prima, ci resta davvero poco per poter avere le certificazioni necessarie”.

Nonostante i dubbi, l’amministratore delegato non critica in alcun modo la nuova normativa considerando l’impegno storico che la torrefazione ha assunto da sempre per il fronte della sostenibilità.

Ma alcune domande restano. Scocchia prosegue e rivela a Il Sole 24 Ore: “Se non ci saranno proroghe dall’Europa o interventi da parte delle istituzioni nazionali, aziende come la nostra dovranno smettere di comprare in Etiopia. E questo avrà delle ripercussioni sull’economia del Paese africano: oggi viene esportato in Europa il 40% di tutto il caffè coltivato in Etiopia e la sua produzione dà lavoro, si stima, a un numero compreso fra i 2 e i 5,5 milioni di contadini”.

Scocchia conclude: “Se le imprese europee non saranno nelle condizioni di poter continuare a importare il caffè etiope, il rischio è che fino a 1,5 milioni di contadini si ritroveranno improvvisamente senza lavoro”.

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