Cristina Scocchia, amministratore delegato di illycaffè, fa il punto della situazione sul prezzo del caffè ai massimi storici. L’amministratore nota che la situazione attuale avrà come naturale conseguenza un rialzo del costo della tazzina al bar. Ma c’è un altro problema ed è quello del cambiamento climatico che renderà sempre più difficile la coltivazione del caffè. Il risultato? Milioni di contadini che si ritroveranno costretti ad emigrare in Europa per trovare una vita migliore. Leggiamo di seguito un estratto dell’articolo pubblicato sul portale askanews.
Cristina Scocchia sul caffè ai massimi storici: due problemi
CERNOBBIO (Como) – Il prezzo del caffè ai massimi storici ha una duplice conseguenza: una nel breve periodo e di più immediata comprensione, l’altra nel lungo periodo e più difficile da immaginare. Perché la prima ricade su un’abitudine quotidiana, l’altra su equilibri socio-demografici globali.
Con l’impennata dei costi della materia prima “uno deve considerare che non solo aumenta il prezzo della tazzina del caffè, ma ci ritroviamo milioni e milioni di persone che spinte dalla fame, si riversano nei nostri Paesi”.
A riflettere sulle conseguenze del rally del prezzo del caffè è Cristina Scocchia, che dal 2021 guida illycaffè. “La tazza del caffè, lo sappiamo tutti, sta aumentando: il prezzo della tazzina è aumentato del 15% negli ultimi tre anni, adesso in media costa 1,5 euro, seppure con grandi disparità tra città e città, e tutti sappiamo che purtroppo è destinato ad aumentare – ci ha detto a margine dei lavori del forum Ambrosetti – questo perché il caffè verde è ai suoi massimi storici: l’indice del New York Stock Exchange di settimana scorsa oscillava intorno ai 250-252 cents di dollaro per libra, è il 70% di più dell’anno scorso, è addirittura più del doppio dei 110 che ho visto a dicembre 2021 quando sono arrivata in illycaffè”.
E’ ovvio, osserva, che “se la materia prima, il caffè verde che tanto amiamo, passa da 110 a 250 è inevitabile che poi le aziende fino a un certo punto comprimono i propri margini, poi purtroppo devono aumentare i prezzi”.
Tuttavia non si può considerare solo il dato finale e protestare per gli aumenti. Occorre andare oltre e capirne le cause.
“Questo fenomeno – osserva Scocchia – è dovuto soprattutto al cambiamento climatico, perché purtroppo assistiamo a meteo avversi dal Vietnam fino al Brasile, la siccità che si alterna a piogge torrenziali, e fa sì che l’offerta di caffè verde sia sempre inferiore alla domanda”.
Poi però “ci si è messa anche la geopolitica perchè non poter attraversare il canale di Suez ma dover circumnavigare l’Africa significa container che ci mettono 20 giorni in più in media per le consegne e costi che lievitano. In più ci sono le speculazioni sulle soft commodities, ed ecco che si è creata la tempesta perfetta”.
Questa tempesta perfetta però ha ricadute sua sul costo della tazzina di caffè, quindi al micro, ma anche a livello macro “perchè alcuni fattori come il cambiamento climatico sono di una portata e di una gravità tale per cui si pensa che da qui al 2050 la metà del terreno che oggi viene coltivato a caffè non sarà più coltivabile. E questo significa milioni di contadini che oggi vivono al limite della sussistenza e domani saranno spinti dalla fame a provare a emigrare”.
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