MILANO – La scienza usa la caffeina per scoprire quali sono i geni che si nascondo dietro lo sviluppo della resistenza agli insetticidi, problema grave che minaccia l’economia, le produzioni agricole e la disponibilità di alimenti nel mondo.
La strategia è stata utilizzata con successo da un team di ricercatori dell’Università del Kansas. La caffeina, in quanto stimolante, è stata usata come surrogato degli xenobiotici, i composti chimici killer “sconfitti” dai parassiti resistenti, sui moscerini della frutta Drosophila melanogaster per svelare i meccanismi genetici alla base di questa resistenza ai pesticidi.
I ricercatori hanno testato la risposta alla caffeina in oltre mille settecento gruppi di moscerini della frutta dal Drosophila Synthetic Population Resource. Le indagini hanno permesso di mappare con successo dieci loci di caratteri quantitativi, tratti di dna contenenti geni legati sia alla resistenza sia alla vulnerabilità alla caffeina, e di identificare di conseguenza due membri della famiglia del citocromo P450 che codifica gli enzimi coinvolti nella neutralizzazione dei composti tossici: il Cyp12d1-d e il Cyp12d1-p.
I due geni contribuiscono ad oltre il dieci per cento della variazione della resistenza alla caffeina dei moscerini della frutta. L’approccio puo’ essere utilizzato per scoprire i geni coinvolti nella resistenza a qualsiasi sostanza, farmaci inclusi. La ricerca è stata descritta su www.genetics-gsa.org .