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venerdì 22 Novembre 2024
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SCENARI – Una doppia normativa destinata che è destinata a cambiare molto in fretta tutti i rapporti commerciali

Piccoli & Grandi alla rivoluzione dei pagamenti veloci. Fatture da saldare entro 30/60 giorni, vietati accordi tra le parti. Primo test nell’alimentare. Ma lo Stato...

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di ISIDORO TROVATO*

Dal nulla al troppo. In Italia può succedere. Attendere anni una normativa sul ritardo dei pagamenti, fenomeno che mette in difficoltà tutto il sistema produttivo e poi, improvvisamente, ritrovarsene due.

In realtà non si tratta di due leggi-fotocopia, ma si somigliano tanto: si tratta dell’articolo 62 del decreto Liberalizzazioni, che obbliga a saldare entro 30 giorni le fatture di merci alimentari deteriorabili ed entro 60 giorni tutti gli altri prodotti dell’agroalimentare.

Record negativo 

Dal primo gennaio l’Italia adotterà anche la direttiva europea sui pagamenti sprint. La base di partenza è tra le peggiori possibili: nel nostro paese i pagamenti vengo saldati, mediamente, in circa 180 giorni, un record che non viene insidiato neanche dalla Grecia che non va oltre i 174 giorni, o dalla Spagna con i suoi 160.

 

 

Niente a che vedere con i virtuosi europei che vivono in Finlandia e Germania. L’applicazione della direttiva europea dovrebbe portare una grande accelerazione nel circuito delle liquidità con grande beneficio soprattutto delle piccole e medie aziende.

Da anni ormai Confindustria denuncia che ammontano a circa 100 miliardi i debiti che la pubblica amministrazione ha nei confronti del mondo industriale.

L’introduzione dei pagamenti rapidi obbligherà anche gli enti pubblici a pagare entro 30 giorni dal ricevimento della fattura o delle merci ordinate.

Un’eccezione è prevista per ospedali, imprese pubbliche ed enti che forniscono assistenza sanitaria e che potranno avere deroghe fino a 60 giorni.

Ritardi 

In caso di ritardo gli interessi moratori saranno dell’8% e questo dovrebbe indurre le imprese a rispettare i tempi anche nei pagamenti tra di loro.

I dati, infatti, ci dicono che sono soprattutto le grandi aziende ad accumulare ritardi scaricandone il peso sui piccoli fornitori.

Un cortocircuito molto rischioso a cui è venuto incontro anche l’articolo 62 del decreto sulle liberalizzazioni che renderà obbligatorio, a chi acquista prodotti agricoli o alimentari, rispettare tempi di pagamento determinati, pena multe pesantissime.

Ciò che appare incerto è come riusciranno a convivere le due norme. «C’è ancora molta confusione in merito — conferma Luigi Bordoni, presidente di Centromarca —. Non sappiamo cosa accadrà con l’entrata in vigore della direttiva comunitaria, di certo sappiamo che le nuove regole per l’alimentare stanno creando parecchio subbuglio nel settore. Malgrado tutto, il nostro mondo si è attrezzato ed è pronto a sostenere le conseguenze di un cambiamento così radicale».

Turbolenze

 In effetti il salto non è da poco: in un settore in cui il pagamento avveniva in media in 90 giorni, adesso il limite passerà a 30 giorni per le merci deteriorabili e 60 giorni per tutte le altre, a decorrere dall’ultimo giorno del mese di ricevimento della fattura relativa.

Una decisione che provocherà non poche turbolenze: non a caso Confcommercio e Confindustria hanno già chiesto una pausa per dare più tempo alle imprese per organizzarsi.

«Il provvedimento è giusto – ribadisce Bordoni – e produrrà un ottimo effetto su tutto il comparto. Siamo convinti che a essere danneggiati da queste regole saranno coloro che erano abituati a fare i furbi, quelli che facevano cassa ritardando i pagamenti. E allora ben vengano regole chiare e controlli ferrei ».

Accordi

 A questo proposito è bene ricordare il testo vieta accordi preventivitra le parti che siano in deroga alla legge. Sarebbe fin troppo facile per i grandi esercitare pressioni sui più piccoli.

È chiaro però che si tratta di un meccanismo perfetto se ci sarà adeguata vigilanza e rigido rispetto delle regole. Altrimenti si ritorna allo start.

 

  • L’articolo è uscito sul numero di lunedì 12 del CorrierEconomia

 

IL NUMERO 8%

Scadenze certe

Gli interessi moratori previsti dalla normativa comunitaria per chi non rispetta i tempi di pagamento.

L’articolo 62 del decreto Liberalizzazioni prevede, invece, il saldo entro 30 giorni per i prodotti alimentari deteriorabili, ed entro 60 per tutti gli altri

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