domenica 22 Dicembre 2024
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Lavazza riapre lo storico SANTOMMASO 10: dopo la profonda ristrutturazione è un ristorante d’eccellenza con coffee experience by 1895

Marco Lavazza, vicepresidente del gruppo: “Con questa riapertura vogliamo rinnovare ulteriormente il legame con la città, un impegno che ci accompagna dal 1895. Dare nuova vita al SANTOMMASO 10 non è solo un tributo alle nostre origini. Con questa inaugurazione sottolineiamo il ruolo dell’azienda e di Torino come importante punto di riferimento per il panorama enogastronomico internazionale."

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TORINO – Tutto è cominciato in una drogheria aperta da Luigi Lavazza che poi ha fatto la storia e il successo di una città e di una famiglia: il locale di SANTOMMASO 10, spazio in cui dal 1895 si son mossi i primi passi della torrefazione, dopo aver subito un lavoro di ristrutturazione importante, è pronto finalmente a preparare di nuovo piatti d’eccellenza e caffè altrettanto speciali per i torinesi. E per chi vorrà passare di lì.

La cerimonia per celebrare la nuova apertura si è svolta il 25 maggio e ha coinvolto anche le autorità regionali con la presenza del sindaco Stefano Lo Russo e del presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio.

Per ora è prevista soltanto la cena come momento di accoglienza: il pranzo è previsto in un secondo momento, con 42 posti a sedere.

Lavazza ritorna alle origini di SANTOMMASO 10

L’ingresso (foto concessa)

Cosa ci si aspetta all’ingresso, dopo tanti anni di fermo anche dovuti alla pandemia? Il richiamo all’architettura torinese, con una sala dedicata alla cupola del Guarini e un’altra con protagonista la Mole Antonelliana e poi un riferimento a Juvarra.

Chef Eusebi (foto concessa)

Ma la cucina ovviamente non è da meno, capitanata dal cuoco marchigiano Gabriele Eusebi già presente nell’avvio nel 2018, dell’altra avventura di Lavazza nella ristorazione di livello, Condividere all’interno della Nuvola.

Accolti dal maître Manuel De Castro, gli ospiti potranno assaporare il  “carosello di antipasti”, oltre ad altri piatti inaspettati, in abbinamento a selezionati vini di piccoli produttori piemontesi e italiani, scelti dalla giovane sommelier Alice Terzolo.

L’omaggio alla Mole Antonelliana (foto concessa)

Il menù del nuovo SANTOMAMSO 10 porrà l’accento sulla tradizione gastronomica italiana, con una ricerca della contaminazione tra le regioni e uno sguardo contemporaneo e si concluderà sempre con gli specialty coffee firmati 1895, a cui sarà dedicato uno spazio esclusivo all’interno del ristorante con una macchina espresso Faema E71, ideata per il SANTOMMASO 10 e firmata Gruppo Cimbali.

Gli specialty (foto concessa)

In sala gli abiti del SANTOMMASO 10 sono firmati dallo stilista Stefano Giordano che
ha giocato sulle tonalità dei colori del caffè.

Con questa nuova veste architettonica che propone una rinnovata proposta gastronomica, il SANTOMMASO 10 aggiunge un’ulteriore pagina alla sua lunga storia, in continuità con i progetti che fanno capo a LEA, la società del Gruppo Lavazza specializzata in ristorazione.

Marco Lavazza, vicepresidente del gruppo ha detto:

“Con questa riapertura vogliamo rinnovare ulteriormente il legame con la città, un impegno che ci accompagna dal 1895. Dare nuova vita al SANTOMMASO 10 non è solo un tributo alle nostre origini. Con questa inaugurazione sottolineiamo il ruolo dell’azienda e di Torino come importante punto di riferimento per il panorama enogastronomico internazionale.

Abbiamo lavorato per ritrovare i gusti autentici della tradizione italiana coniugandoli con una visione innovativa e la cura per la qualità delle materie prime in un luogo iconico per il Gruppo Lavazza.

Innovazione e tradizione, qualità e ricerca sono elementi chiave della nostra storia e che oggi con il SANTOMMASO 10 offriranno una nuova esperienza gastronomica alla nostra città, valorizzandone lo stile, l’eleganza e il gusto che le appartengono da sempre”.

Gabriele Eusebi, chef del ristorante SANTOMMASO 10:

“Essere alla guida di un locale storico come il SANTOMMASO 10, che ha attraversato secoli di storia e di tradizione, sempre al fianco della famiglia Lavazza, non poteva che far sorgere in me il desiderio di affinare la ricerca e lo studio della storia della cucina italiana. Riportare alla luce sapori storici della tradizione piemontese e italiana, come le lasagne al ragù di finanziera o le tagliatelle di plin, rivisti con le tecniche e i gusti della cucina contemporanea, è stata per me una sfida. L’altra scommessa è quella di far vivere alle persone che siederanno ai nostri tavoli, un’esperienza che va oltre quella puramente gastronomica.

Vorremmo accogliere gli ospiti con lo stesso calore di una casa di amici, ma in una location in cui i valori della tradizione si combinano perfettamente con gli elementi di design, in continuità con lo stile e il percorso che da sempre contraddistingue il mondo Lavazza”.

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