domenica 22 Dicembre 2024
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SANDALJ – La dimostrazione che il caffé di qualità non si compra alla carta

La società triestina, che movimenta ogni anno 150 mila sacchi di miscele pregiate, rilancia il business sul consumo di qualità della tazzina. A partire dalla scoperta di nuove piantagioni e dall’invenzione di nuove miscele

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di Christian Benna*
TRIESTE – Qualità contro “carta”. E innovazione al posto dei contratti finanziari della Borsa.

Nell’anno della tazzina che si trasforma in oro nero, con il caffè che svetta al vertice delle commodity più costose (+49% nel 2014), lo storico importatore triestino Sandalj Trading Company è uscito indenne dalle montagne russe dei prezzi.

Anzi, malgrado una leggera contrazione delle vendite, i margini continuano a viaggiare in modo sostenibile.

Questo accade perché la società ha scelto di percorrere la strada della fornitura di caffè pregiati; da quello di zibetto dell’Indonesia al Blue Jamaica, da servire in circa un migliaio di torrefazioni, sia in Italia che all’estero.

jamaican_blue_mountain_coffeeTutte qualità di caffè che sfuggono alle oscillazioni della Borsa. Ma necessitano invece di investimenti sul campo: scouting alla ricerca di nuove piantagioni, laboratori di ricerca e sviluppo, e promozione della cultura del caffè.

Il fatturato della società si è chiuso con oltre 25 milioni di euro, generato al 60% nel nostro paese, per una movimentazione di 150 mila sacchi di caffè, pari a 9 mila tonnellate. Al porto di Trieste transita circa il 30% del caffé importato in Italia.

Vincenzo Sandalj 2010
Vinko Sandalj

E Sandalj, da 60 anni sul mercato, non è il semplice doganiere di questo flusso di arabica e robusta. In un settore dove ormai la finanza la fa da padrone, e proprio in questi giorni si scatenano i broker che puntano sul dollaro forte che abbasserà i prezzi della materia prima, la società triestina, 15 dipendenti, punta su un suo modello di sviluppo.

sindacoEdy Bieker_Maurizio Rossmann_Roberto Cosolini_Enrico Venuti
I versici della sandaly Tranding Company: da sinistra Edy Bieker (prodotto e Accademia); Maurizio Rossmann (amministrazione e finanza) il sindaco di Trieste Roberto Cosolini durante una recente visita in Sandalj e il Presidente Enrico Venuti (commerciale)

Lo spiega Enrico Venuti, presidente e amministratore delegato: «Lo scorso anno abbiamo registrato un leggero calo sulla quantità venduta. Il mercato domestico è saturo e la crescita del segmento porzionato, quello delle macchinette del caffé fai da te, colpisce duramente bar e torrefattori. Tuttavia, la battuta di arresto non ci indebolisce sui margini perché da anni puntiamo su alta qualità e clienti, sia in Italia che all’estero, che cercano una cultura del caffé».

Uno dei punti di forza dell’azienda è il laboratorio di ricerca e sviluppo. Un luogo dove ogni anno si assaggiano 35 mila tazzine. «Tutta la materia prima che acquistiamo e poi rivendiamo passa dai nostri laboratori. Ciò ci permette di lavorare su qualità pregiate di caffé e di investire anche in miscele molto particolari».

Sandalj non compra mai “carta”, cioè quella pratica diffusa di acquistare a occhi chiusi container di caffé destinati ai suoi clienti.

«Nel nostro mercato, purtroppo, molti operatori spacciano prodotti di media bassa qualità per caffé pregiati. E noi che siamo degli importatori atipici, non ci limitiamo ad assaggiare. Andiamo anche in loco, sui campi, in Guatemala e Messico, a cercare caffé di eccellenza da proporre ai nostri clienti».

Il 2015 per Sandalj inizia con la novità della distribuzione del Caffè Feminino, un progetto di sviluppo sostenibile avviato in Colombia, per permettere alle donne di lavorare e gestire a monte la filiera del caffé.

«Preferiamo seguire le vie dei caffè di qualità piuttosto di legarci all’andamento delle Borse. Se ci imbattiamo anche in piccole quantità da 10 sacchi da 60 chili ma di un prodotto di qualità, investiamo e puntiamo alla distribuzione. Ci sono mercati, come quello giapponese, e nel nord Europa dove non badano a spese per prodotti di qualità».

In bottega Sandalj dispone di oltre 60 referenze di caffé. «Cerchiamo di stimolare la curiosità del consumatore. E in molte torrefazioni, specialmente in Germania, il nostro tentativo è bene ripagato: qui un espresso di qualità si paga dai 2 ai 4 euro. Purtroppo in Italia, e forse per colpa della crisi, è difficile trovare tanti consumatori disposti a sborsare più di un euro per tazzina. E infatti sulla tema della cultura dell’espresso, insieme con l’Accademia del Caffè di Trieste, intendiamo investire per promuovere conoscenza e consapevolezza sul prodotto».

accademia sandalj

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