MILANO – L’eroe dello specialty coffee è appena partito armato di bicicletta per salvare e promuovere il caffè di qualità e noi lo accompagniamo in questa sua avventura itinerante, condividendo i suoi video pensieri. Musica, tazza di caffè fumante (il giusto), mano ai social: se gli specialty vogliono fare il giro dell’Italia e parlare a tutti indistintamente, questa è la strada. Non ha confini, il limite è solo una connessione funzionante, e si accende la camera: #riflessionispecialty. Un pioniere della bevanda di qualità come Francesco Sanapo non poteva che cimentarsi con Instagram per raggiungere un pubblico più vasto: niente paura, nessuno spirito da maestrino, ma tre brevi video che vi portano dentro la mente e il cuore di un appassionato del caffè, quello buono. Lontani dall’ossessione per l’euro a espresso che dovete leggere a tutti i costi nei bar.
Sanapo per una nuova forma di racconto dello specialty
Parte un primo piano che ci fa sentire di condividere questo momento seduti insieme, uno di fronte all’altro. “Finalmente il mio caffè” inizia Sanapo. Il quale ha passato come al solito, una giornata a spiegare al bar il vero significato di specialty coffee: difficile da trasmettere il valore racchiuso entro la singola tazzina. Il lavoro dei produttori risulta ignoto al rito quotidiano dietro al bancone, così come la competenza, la ricerca, la passione di un barista…
Una riflessione, giusto il tempo di una tazzina, una pausa caffè che fa pensare…ma senza prendersi troppo sul serio. “Tanto lo so, che vi state soltanto chiedendo: ma che camicia brutta che ha!”.
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Di fronte ai chicchi verdi, Sanapo ripensa ancora alla sua esperienza diretta con i clienti
Con cui ogni giorno deve lottare per superare il pregiudizio del prezzo. Il 100% Arabica non è tutto, non significa per forza qualità: la regola da seguire è la trasparenza totale. Non ci si può fermare a questa sola etichetta: bisogna andare a fondo, toccare con mano il grano verde e osservare se è pieno di difetti. Sanapo lo dice chiaramente: 100% Arabica che significa, se poi il chicco è marcio?
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Sotto un arpeggio di chitarra classica compare nell’ultimo video, in piantagione
Qui incontra Josephine La sua famiglia e i suoi amici in Uganda, a Katanga, sono coltivatori che lo accolgono calorosamente. Francesco Sanapo prepara loro un caffè: perché lo producono ma non lo conoscono. Un po’ come noi che lo beviamo senza saper nulla della sua origine e preparazione. Le sue movenze tutte italiane, che ripropongono il rito del nostro Paese in un luogo molto lontano, dove il chicco nasce, sono riusciti a fare da ponte tra due culture che in fondo, sono già unite dalla tazzina.
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Questo viaggio lungo la filiera, attraverso gli occhi e la parola di chi ha conosciuto e collaborato con tutti i suoi attori, è lanciato nella rete.
Cos’altro ci aspetta dall’influencer dello specialty per eccellenza? Una camicia più bella? Facciamo così: cominciate voi a bere caffè più buono e poi si lavora insieme anche sullo stile dell’esperto.