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giovedì 21 Novembre 2024
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Francesco Sanapo in tv dal Gambero Rosso: il 25-26 dicembre si viaggia in Uganda

Sanapo ci porta tra i colori accesi di Kampala e le caffetterie che la abitano. Spunteranno nello schermo anche i gorilla dalle foreste dove crescono gli specialty coffee coltivati dalle persone che vi hanno dedicato corpo e anima da generazioni

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MILANO – Un Natale diverso dal solito è quello raccontato in televisione da Francesco Sanapo, che ancora una volta riscrive la sceneggiatura di un rito che ci contraddistingue nel mondo e che però dobbiamo imparare a conoscere per primi. Uno dei pionieri degli specialty, porta sotto l’albero un viaggio speciale, quello nelle piantagioni, avvicinando i consumatori dentro le proprie case a quei Paesi dove tutto ha origine. Sabato 25 e domenica 26 dicembre, si festeggia insieme in tv con una pausa caffè eccezionale: su Gambero Rosso Channel tutti sintonizzati ai canali 133 e 415 di Sky, alle ore 13.00, 19.30, 24.30, per assistere all’avventura di Sanapo, The Coffee Hunter.

Il documentario girato in Uganda e diviso in due puntate, di cui avevamo già parlato su queste pagine, ora arriva da protagonista anche nei piccoli schermi. Un modo ancora una volta di raggiungere un pubblico più ampio, andare oltre la community di riferimento e soprattutto dare un volto a quella tazzina che in troppi ancora sottovalutano (e pagano a sottocosto). E per chi dovesse perdersi tra pranzi e cenoni, nessun problema, perché è in programma una replica il primo e il due di gennaio 2022, per iniziare col piede giusto l’anno nuovo, per una filiera più etica. Dalla regia di Stefano Conca Bonizzoni e la produzione di Ditta Artigianale e SCBLab The Coffee Hunter ha visto anche il supporto dell’azienda produttrice di macchine del caffè Sanremo Coffee Machines e di Volcafe, mentre per l’aspetto tecnico ha potuto contare sulla collaborazione di Manfrotto specialista di attrezzature per la ripresa professionale.

Sanapo: un Natale alle origini della filiera

Partenza direttamente nella capitale, Campala, alla ricerca dell’essenziale: un buon caffè. Un percorso esplorativo che porta direttamente al The Bistrot, caffetteria dove attende già al bancone con il necessario, il campione barista dell’Uganda Simon Eidodo che a sua volta consiglia di andare ad esplorare la Bogonzo coffee farm. Qui, Peter, ex ingegnere che possiede ora 1000 alberi di Arabica, lavora ogni giorno con la sua famiglia.

E ancora in queste terre Sanapo appena giunto, pianta- o cerca di farlo, corretto dagli stessi farmers armati di vanga –  un SL14 sul terreno vulcanico molto fertile come vuole la tradizione del luogo. Sotto lo sguardo dei coltivatori, Sanapo riprende la fase di depolpatura con un attrezzo manuale, poi quella dell’ammollo nell’acqua di 24 ore, dell’essiccazione di 5/6 giorni in condizioni climatiche ideali e via il pergamino. Sanapo inquadra puntualmente il grande operato dietro una tazzina: 50 bacche di caffè per fare un caffè e dietro, il duro lavoro del produttore.

Dopo Kisoro, il viaggio continua, tra fonti termali a 82 gradi e non a 93 come sarebbe ideale, che Sanapo utilizza comunque per prepararsi il primo caffè della giornata, in condivisione con chi si sta godendo l’esperienza.

Da questo paese d’origine, Sanapo torna nel suo coffeeshop Ditta in chiusura della prima puntata, dove prepara il caffè ugandese in più estrazioni: il risultato in tazza è sempre diverso, e lui li spiega nell’assaggio, uno ad uno.

Ma la ricerca di Sanapo non si ferma così

Continua in un secondo episodio dove il Boda Boda torna protagonista per le strade accidentate che porteranno Sanapo al suo secondo incontro con le coltivazioni di caffè. Con il metodo naturale, i chicchi essiccano ai lati della via, esposti al sole sotto lo sguardo della telecamera. Nonostante gli imprevisti, tra cui una gomma bucata, si arriva da Lisa, della tribù dei Bagonzo che vive prevalentemente di questa coltura: a soli 20 anni, questa giovane donna è a capo di tutti i raccoglitori. In questo episodio, compaiono gli altri due grandi nemici della filiera: cambiamento climatico e malattie della pianta.

Obiettivo del nostro pioniere: tornare a casa con un caffè specialty, ovvero senza difetti primari e valutabile dagli 80 punti in su.

Se volete scoprire come il caffè possa aver cambiato la vita di molti ragazzi, che frequentano una scuola in Uganda grazie ai ricavi della vendita di questa materia prima, questa è la puntata che non dovete perdere.  E poi avviene l’incontro eccezionale: Sanapo si confronta sul caffè ugandese con l’ex ministro dell’agricoltura e si parla di Robusta.

Così, anche questa avventura si conclude tornando dietro al bancone, dove si (de)gusta il caffè portato dall’Uganda, in espresso, 25/30ml per una complessità incredibile in tazza e poi in un cocktail a base gin, chinino e caffè, insieme a un Coffee Negroni. Volete sapere le ricette?

Guardate la puntata, sul canale di Gambero Rosso, il 25 e il 26 dicembre.

Sanapo racconta: “Per me questo passo rappresenta una grande vittoria”

“Per chi mi conosce, sa già che sono tanti anni che provo a diffondere cultura del caffè a prescindere dal marchio e da bandiere, così da portare questa bevanda in televisione e divulgarlo alla grande massa, perché penso che possa segnare una svolta per il caffè. Per raccontarlo con i suoi valori e le sue storie.

Questi appuntamenti mi permetteranno di andare oltre la piccola nicchia del food. E raccontare le persone dietro il caffè speciale. Sono emozionato ed è un regalo che faccio a me e a tutte le persone che quel giorno accenderanno la televisione.”

Perché quest’anno?

“Credo di esser riuscito a produrre un contenuto che è più dinamico, televisivamente più adatto, che racconta in maniera più colorata il caffè. E’ un bene per tutti, perché ci porta a vedere finalmente il caffè con occhi diversi. – conclude Sanapo – Da parte mia, volevo renderlo più giovane, più fresco, più trendy. Per questo ho seguito il filone degli episodi, costruendo un racconto più veloce, che sorvoli sui tecnicismi e si concentri sulle persone.”

Ecco il trailer del documentario

 

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