MILANO – Consumare almeno 3 tazze di caffè americano al giorno può aumentare l’efficacia della terapia contro l’epatite C.
Lo afferma uno studio dei ricercatori del Department of Health and Human Services di Rockville (Stati Uniti) nelle pagine della rivista Gastroenterology.
Gli autori specificano che l’effetto non può essere al momento generalizzato a tutte le terapie disponibili contro l’epatite C.
Lo studio ha focalizzato i pazienti trattati con una combinazione di peginterferone e ribavirina, dimostrando che se si bevono almeno tre caffè al giorno l’Rna virale risulta assente dal siero del 73% dei pazienti già dopo 12 settimane di terapia.
A 20 settimane non si è rilevata traccia del virus nel 52% dei pazienti, e l’effetto si è mantenuto nel 49% dei casi anche alla 48a settimana.
Nel 26% dei casi l’Rna ha continuato ad essere assente anche a 24 settimane dalla fine della terapia.
Nei pazienti che non consumano caffè, invece, questi valori sono risultati, rispettivamente, pari al 46, 26, 22 e 11%.
“Il consumo di caffè si associa a un livello inferiore di enzimi epatici. E alla riduzione delle malattie croniche e del cancro al fegato”, afferma Neal Freedman. Che è l’autore principale della ricerca.
Ulteriori studi consentiranno di stabilire se il caffè può aiutare anche i pazienti sottoposti ad altre terapie contro la patologia.